by Editore | 28 Aprile 2012 14:44
L’istantanea dell’Italia 2012 scattata dal 15° censimento restituisce l’immagine di un Paese di 59,5 milioni di abitanti che nel passaggio al XXI secolo ha visto triplicare tanto il numero degli stranieri residenti quanto quello degli indigenti costretti a vivere in baracche, roulotte o tende a fronte di 2.708.087 case vuote.
Certo, non tutti hanno collaborato alla buona riuscita della ricerca. Secondo le previsioni, che ci davano ben al di sopra quota 60 milioni (il triplo rispetto al 1861), mancano all’appello quasi un milione e mezzo di persone, in buona parte iscritti all’anagrafe ma «irrintracciabili». Gli altri però, nota il presidente dell’Istat Enrico Giovannini, raccontano un’Italia dinamica seppure suo malgrado: «È una popolazione in movimento: dopo quasi 20 anni di stagnazione, gli abitanti sono cresciuti di circa il 4,3%, anche se per effetto esclusivo degli stranieri».
Che n’è stato del popolo di santi, navigatori, eroi? Santi forse lo siamo davvero, a giudicare dalle 71 mila e rotte famiglie che tirano avanti facendo a meno di un tetto. Al richiamo del mare abbiamo preferito la stanzialità urbana, in particolare al Nord, dove risiede il 46% dei censiti e verso cui continuano a spostarsi gli immigrati interni in fuga dal Sud. L’eroismo, invece, si declina al femminile, con le donne che rappresentano il 52% della popolazione pur contando politicamente appena il 16.7%.
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