Frequenze televisive stop al beauty contest Asta entro 120 giorni
ROMA — Partirà entro quattro mesi la gara sulle frequenze derivanti dal cosiddetto «dividendo digitale». È definitivamente annullato il beauty contest, vale a dire la loro assegnazione gratuita che era stata prevista dal governo Berlusconi. Lo prevede l’emendamento al decreto sulle Semplificazioni fiscali che il governo ha approvato ieri su proposta del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
Le nuove norme prevedono la separazione tra gli operatori di rete e i fornitori di contenuti e l’obbligo, da parte chi acquisterà le frequenze, di consentirne l’uso ai fornitori di contenuti fino a un ammontare complessivo che dovrebbe essere del 60%. Agli operatori della telefonia che potrebbero essere interessati all’uso delle frequenze per le nuove tecnologie, è riservata una seconda fase della gara dopo il 2015.
Per Rai e Mediaset, che avevano partecipato alla precedente gara, è previsto un indennizzo da definire, a valere sugli introiti della medesima gara. Che in pratica finirà per essere uno sconto sul prezzo pagato.
«Il contesto critico della finanza pubblica del Paese — si legge nella relazione illustrativa che spiega la scelta del meccanismo dell’asta — ha richiesto una valutazione sul valore economico che l’uso di tali frequenze può produrre, con conseguente maggior afflusso di risorse finanziarie per lo Stato». Anche a questo scopo è prevista una ridefinizione, entro il 2012, dei contributi a carico dei titolari dei diritti d’uso delle frequenze per indurli, si legge, «ad un uso efficiente delle stesse, sia da un punto di vista tecnologico che economico».
Per quanto concerne il meccanismo di aggiudicazione delle frequenze, sarà l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni a definirne le regole. Si tratterà di una gara con aggiudicazione all’offerta economica più alta, anche mediante rilanci competitivi, per diritti d’uso la cui durata sarà modulata in funzione della destinazione del lotto. Successivamente una seconda asta, nella seconda metà del decennio, riguarderà gli operatori mobili.
È obbligatoria la separazione verticale fra i fornitori di programmi e gli operatori di rete assegnatari (ad esempio tra Rai e Raiway o tra Mediaset e Elettronica industriale), che «saranno tenuti a consentire l’accesso dei primi a condizioni eque e non discriminatorie».
È stabilita una tempistica per la progressiva installazione di nuovi sistemi di ricezione in tecnologia DVB-T2, in pratica la tv digitale di nuova generazione, su tutti i nuovi decoder e apparecchi televisivi a partire dal 2015.
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