by Editore | 27 Aprile 2012 8:04
Aggiungendo subito, però: «Spero che il parlamento lo comprenda e che ci consenta di portare a casa la riforma in tempi brevi», tenendo conto che sono possibili «poche modifiche». Invece per il capogruppo del Pdl al senato, Maurizio Gasparri, «molte cose vanno cancellate e altre corrette». Complice l’imminenza di elezioni amministrative molto rischiose per il partito del Cavaliere e i sommovimenti all’interno dello stesso Pdl (che l’ex premier intende resettare: tra i nuovi possibili nomi spunta anche Fratelli d’Italia), Gasparri alza la voce: «Se ciò come speriamo avverrà », se le modifiche, soprattutto sulla «flessibilità in entrata», saranno accolte, «daremo un contributo a una rapida approvazione del ddl. Se non dovesse avvenire, lo diremo con chiarezza. Il governo non potrà contare sull’appoggio del Pdl se insiste su norme che distruggerebbero occupazione anziché crearla». Alcuni emendamenti li ha presentati l’ex ministro del Pdl Maurizio Sacconi. Tra questi, uno chiede di cancellare per intero l’articolo che limita il ricorso ai contratti a termine, lasciando questo capitolo inalterato rispetto alla normativa attuale. Dal Pd, invece, interviene un altro ex ministro, Cesare Damiano: «Occorre definire rapidamente la riforma del mercato del lavoro – dice – preservando l’equilibrio raggiunto con l’accordo sull’articolo 18 tra il presidente del consiglio e i segretari dei partiti che sostengono l’esecutivo, evitando con cura di peggiorare le tutele dai licenziamenti previste per i lavoratori».
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