by Editore | 6 Aprile 2012 6:43
MILANO – I fondi Sator e Palladio non demordono. Prima della pausa pasquale hanno inviato all’Antitrust un corposo documento di 30 pagine, con cui sollevano pesanti dubbi sulla fusione tra le società che fanno capo a Premafin e a Unipol assicurazioni. Un documento-esposto, elaborato dopo un mese di annunci, che fa perno su due cardini: i livelli di concentrazione del mercato assicurativo e i rapporti di Mediobanca con la galassia Ligresti.
Il primo punto è intuitivo: Unipol-Fonsai insieme controllano poco più del 30% del mercato danni e sfiorano il 40% nell’Rc Auto. È abbastanza ragionevole che l’eventuale sì dell’Antitrust sia condizionato a una serie di “rimedi”, per ridurre la concentrazione; semmai la domanda è quanto incisive saranno le richieste dell’Autorità .
Ma il lungo documento prende in esame anche un secondo aspetto, legato «alle condotte dei diversi soggetti interessati a tale operazione»; a partire ovviamente da Mediobanca. Nel 2002, ai tempi dell’operazione Fondiaria-Sai, l’Antitrust mise importanti paletti per autorizzare la fusione, proprio alla luce dei legami che Mediobanca aveva con i Ligresti da una parte e con Generali dall’altra. Ebbene, con una decisione del 2003, l’Antitrust rimosse i vincoli iniziali dopo avere verificato che erano state rispettate le due condizioni poste a suo tempo. Dunque, discesa sotto il 2% di Mediobanca in Fondiaria e, contemporaneamente, azzeramento dei legami di finanziamento tra la stessa Mediobanca e Premafin.
Ora, scrivono Sator e Palladio (autori di un’offerta concorrente su Premafin-Fonsai), proprio questa distanza dalla governance del gruppo Premafin è venuta meno in modo sostanziale. A partire dal prestito subordinato, per oltre un miliardo, a Fonsai; per continuare con l’organizzazione del consorzio di garanzia degli aumenti di capitale Fonsai e Unipol. Proprio dalla lettera di incarico dello scorso 3 febbraio emerge il “commissariamento” di fatto dei Ligresti da parte di Piazzetta Cuccia, che nell’ambito dell’aumento di capitale si è ritagliata una serie di prerogative di peso, compresa la scelta degli advisor: devono essere «concordati con Mediobanca i nominativi dei professionisti e dei consulenti (inclusi i legali) che saranno coinvolti nell’operazione». Contribuisce ad amplificarne il peso nell’operazione la presenza di Unicredit, primo socio della banca guidata da Alberto Nagel, grande creditore dei Ligresti e anche azionista di Fonsai con una quota del 6,6%, partecipazione che comportò a sua volta l’adozione di presidi a tutela della concorrenza da parte dell’Antitrust, a metà 2011. Difficile dire quali saranno gli sviluppi: l’Antitrust ora è in fase di preistruttoria, che andrà avanti per tutto aprile; poi dovrebbe partire l’istruttoria. Negli ambienti vicini a Piazzetta Cuccia si ostenta serenità : alla fine del procedimento al massimo si potrà arrivare a una sanzione per «abuso di posizione dominante». Si vedrà come si muoverà davvero l’Antitrust.
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