Fmi: «La longevità  mette il welfare a rischio»

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Tutto è a posto e niente in ordine, anche se ieri le borse europee e quella americana hanno tirato un sospiro di sollievo. Milano ha chiuso ha positivo dopo l’asta dei Bot andata bene (+2%), mentre lo spread tra il btp e il bund tedesco è sceso a 368 punti base col rendimento del decennale italiano in calo al 5,48%. «Noi siamo sempre molto preoccupati per il quadro internazionale ed europeo in cui si collocano gli andamenti delle economie e la situazione del nostro Paese», ha fatto sapere il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, riferendosi anche agli «inquietanti ed allarmanti dati economici». «Stiamo vivendo un breve ritorno di clima invernale anche sui mercati che speriamo possa essere rapidamente superato»,, ha detto il presidente, ribadendo che «non basta invocare la crescita» e che occorre «una molteplicità  di azioni, con impegni di imprese e iniziative pubbliche».
Che la situazione resti grave lo conferma da Washington anche il Fondo monetario internazionale. Per il quale l’incertezza, le riforme delle regole, la crisi hanno fatto balzare la domanda di asset sicuri (fra i quali i Treasury Usa, i bund tedeschi e forse i bond societari). Ma la capacità  del pubblico e del privato di crearli è diminuita,con rischi per la stabilità  del sistema. L’Fmi vede entro il 2016 una riduzione di 9000 miliardi di dollari e ritiene non più tanto affidabili nemmeno i titoli tedeschi e statunitensi. «Le distorsioni di mercato – scrivono da Washington – rendono più difficile per gli asset sicuri svolgere il loro ruolo sui mercati globali». Il numero di paesi il cui debito è considerato sicuro, aggiunge il Fmi, è sceso. Il calo degli asset sicuri e l’aumento della domanda hanno implicazioni negative per la stabilità  finanziaria globale. La scarsità  di asset sicuri farà  salire i prezzi. E si tradurrà  anche in picchi di volatilità  nel breve termine. «Per mitigare i rischi alla stabilità  finanziaria- dice ancora il Fmi – le risposte politiche devono favorire una maggiore flessibilità  e devono essere adottate gradualmente per evitare cambi repentini in quelli che sono definiti asset sicuri o asset meno sicuri».
Già  che ci stanno, i banchieri sottolineano poi anche i rischi della longevità . Le aspettative di vita si allungano, ma le implicazioni finanziarie del vivere più a lungo sono ampie, dicono: se nel 2050 la vita media si allungherà  di 3 anni rispetto alle attese attuali, i costi già  ampi dell’invecchiamento della popolazione aumenteranno del 50%. E dunque? La ricetta del Fmi è in tre punti: allungamento dell’età  per il pensionamento, contributi più elevati e riduzione dei benefit. I governi, per l’Fmi, devono mettere in atto metodi per condividere il rischio anche con il settore privato, promuovere la crescita dei mercati per condividere il rischio e offrire una migliore informazione sulla longevità  e una migliore educazione finanziaria.
Tornando alla giornata borsistica, il buon andamento di Wall Street, spinta dai conti di Alcoa (+8,06%), ha favorito le borse europee. Londra ha guadagnato lo 0,77%, Parigi lo 0,78% e Francoforte lo 0,99%, mentre fa meglio Madrid (+1,6%), che sorpassa Milano (+1,4%). Gli acquisti si sono concentrati sui titoli bancari, mentre National Bank of Greece ha ceduto il 10,24%. In un giorno di gloria, sono andati bene gli automobilistici Volkswagen (+3,4%), Bmw (+2,35%) e Peugeot (+2,24%), mentre è scivolata Nokia (-15%), che ha tagliato le stime sul 2012.


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CAMUSSO: LA FIAT VIOLA REGOLE, CREA LEGGI “AD AZIENDAM” TRE STABILIMENTI CHIUSI DOPO ANNUNCIO DI “FABBRICA ITALIA”.
«Da mesi denunciamo che in questo Paese la Fiat viola le regole, crea leggi ad aziendam. Non dice qual’è il piano industriale e il futuro dei lavoratori. Ad un anno e mezzo dall’annuncio di Fabbrica Italia il bilancio sono tre stabilimenti chiusi», dice Susanna Camusso, segretario della Cgil da piazza del Popolo. «Fincantieri? Questa vertenza è un’altra che giace presso il ministero dello Sviluppo economico da tempo infinito. Non c’è un piano industriale. Non c’è una idea di come si contrasta la crisi e neanche di politica industriale. Il decreto sviluppo? Se le indiscrezioni sono quelle circolano, non c’è nulla a che fare con la crescita del paese». La manifestazione della Fiom da un corteo che doveva essere, si è limitata ad un sit-in dopo l’ordinanza del sindaco e il divieto della Questura relativamente agli incidenti di piazza del Popolo della scorsa settimana: «Abbiamo già  detto e insistiamo che non si può rinunciare a esprimere opinioni, a manifestarle e a farlo qui. Questa è la Capitale, è il luogo deputato, pensiamo anche che la logica del divieto fomenti la violenza. Che si combatte garantendo che chi partecipa abbia come discriminante la non violenza. E noi ce l’abbiamo».

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