Effetto Chrysler sui conti Exor agli Agnelli 80 milioni di dividendi

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Buona parte dell’aumento deriva da Fiat spa che consegna alla capogruppo 398 milioni di euro contro i 43 del 2010. Sarebbe più giusto dire che quell’incremento è dovuto ai risultati di Chrysler e al fatto che da giugno 2011 la casa di Auburn Hills è consolidata nel bilancio del Lingotto. Quello scorso è dunque il primo anno in cui la Famiglia di Torino incamera i risultati dell’alleanza con Detroit.
I risultati dell’esercizio 2011 sono stati approvati ieri dal cda di Exor e verranno sottoposti all’approvazione dell’assemblea dei soci del 29 maggio prossimo. A livello di capogruppo l’utile è sceso da 151,8 a 58,7 milioni per effetto dei minori dividendi incassati dalle partecipate e dalla svalutazione di alcune partecipazioni come la Juventus (svalutata per 56 milioni). Gli Agnelli hanno deciso di aumentare la quota destinata al pagamento dei dividendi che per il bilancio 2010 era stata di 76 milioni e che per il bilancio 2011 sarà  di 80. Verranno distribuiti 0,335 euro per ogni ordinaria, 0,38 per le privilegiate e 0,41 per le risparmio.
Tra le voci positive delle partecipate, quelle di Fiat Industrial che quasi raddoppia l’utile apportato (da 100 a 189 milioni) e la C&W (settore immobiliare) che incrementa di 500 milioni, da 7,8 miliardi del 2010 a 8,3. Negativo invece l’apporto della Juventus, che addirittura amplia la perdita (da 38,8 a 54,3 milioni ).
Confermata dal cda la vendita della partecipazione nel settore turistico con il gruppo Alpitour. L’accordo con i fondi di private equity Wise Sgr e J.Hirsch prevede una vendita al prezzo di 225 milioni. I fondi restituiranno a Exor un albergo in Sicilia del valore di 26 milioni che la finanziaria rivenderà  a sua volta autonomamente. 
Il cda ha varato un piano di stock option e stock grant. Al presidente, John Elkan andranno 750 mila diritti di opzione che oggi varrebbero circa 13 milioni. Per il 20102 Exor prevede «risultati positivi» anche se, avverte la nota del consiglio di amministrazione, «dipenderanno in larga misura dall’andamento delle principali società  partecipate».


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