Draghi avverte: la disoccupazione salirà 

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FRANCOFORTE — La Banca centrale europea ha lanciato ieri un allarme per «l’ulteriore peggioramento» a breve, nel mercato del lavoro europeo, anche in vista di timori per le prospettive congiunturali della crescita «moderata» attesa per quest’anno. 
Mentre sulla «graduale ripresa dell’economia dell’area euro» prevista dalla Bce per quest’anno, gravano «rischi al ribasso», riconducibili alle rinnovate tensioni per la crisi del debito europeo, al processo di risanamento dei bilanci, all’elevata disoccupazione, ma anche agli incrementi delle materie prime, l’inflazione rimarrà  sopra il 2% nel 2012, per calare sotto il 2% nel 2013. 
Nel nuovo bollettino di aprile, i banchieri centrali di Francoforte sembrano avere un tono leggermente più pessimista di quello usato dal presidente della Bce Mario Draghi all’inizio di aprile, soprattutto riguardo alle «condizioni nei mercati del lavoro», le quali «continuano a peggiorare». E hanno toccato un nuovo massimo a febbraio, con un tasso di disoccupazione medio pari al 10,8%, che è «andato aumentando fin dall’aprile del 2011», e risulta superiore dello 0,6%, rispetto al massimo raggiunto nel maggio del 2010. Recenti indagini segnalano, secondo la Bce, «una probabile ulteriore contrazione dell’occupazione nel primo trimestre del 2012». Uno sviluppo negativo, dopo un calo dell’occupazione dello 0,2% nel quarto trimestre del 2011, rispetto ai tre mesi precedenti. In franata anche gli indicatori della produttività  del lavoro, dall’1,1% del terzo trimestre allo 0,9 nel quarto trimestre del 2011. 
In conclusione le economie europee, ad eccezione della Germania, non sono sostenute dal consumo. E per questo, in un capitolo dell’ultimo bollettino mensile dedicato all’analisi della disoccupazione, i banchieri centrali di Francoforte concludono esortando i governi «che hanno subito perdite di competitività » — un’allusione all’Italia, pur senza nominarla — ad attuare riforme strutturali, volte a rafforzare le capacità  di crescita dell’economia. La Bce aggiunge che occorre «assicurare un aggiustamento salariale sufficiente e promuovere la crescita della produttività ». 
Ieri le Borse hanno premiato il migliore andamento dell’economia americana, e gli spread fra i Btp e i Bund erano in calo, ma nei giorni scorsi erano emersi nuovi timori per la crisi del debito. Al punto che il membro francese del board della Bce Benoà®t Coeuré ha ventilato la possibilità  di un ritorno agli acquisti di bond sovrani (avversati dalla Bundesbank) per allentare le tensioni. Nel frattempo, il bollettino torna a esortare i governi europei a «dar prova della massima responsabilità » e a «ripristinare posizioni di bilancio solide», rispettando il fiscal compact e il Patto di stabilità , per «promuovere la fiducia, la crescita sostenibile e l’occupazione». 
Provvedimenti necessari, anche perché i Paesi con una quota rilevante di debito in scadenza nel breve termine, come l’Italia, la Francia e la Spagna e i rimanenti Paesi del Sud Europa, pari o superiore al 20% del Pil, sono particolarmente vulnerabili, per la liquidità  a breve termine, a improvvise variazioni dei tassi di interesse e del clima di mercato. Come fatto positivo, nel frattempo, grazie ai maxi-prestiti da 1.000 miliardi della Bce, il bollettino conferma che sono migliorate le condizioni di finanziamento per le banche, scongiurando così una correzione brusca e disordinata dei bilanci.


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