Destre e Pdl in rivolta E Alemanno ritarda il cordoglio della città 

by Editore | 4 Aprile 2012 8:50

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Né gli insulti su facebook dei giovanotti di Lotta Studentesca, la giovanile di Forza Nuova. Né quelli di altri nostalgiconi del fascio oggi nel partito di Berlusconi e Alfano. La notizia non erano neanche le parole di Francesco Storace, benché indigeribili in una Repubblica nata dalla Liberazione.
La vera notizia della mattinata ieri era che il primo cittadino della Capitale, chiuso nell’ufficio di presidenza del suo partito a Palazzo Grazioli, ha aspettato le tre del pomeriggio per pronunciare il suo scarso cordoglio per la morte dell’illustre concittadino. «Sarà  ricordato con tutti i nostri onori», ha risposto il sindaco con la celtica al collo ai cronisti. Di messaggi del sindaco poi, non ne sono arrivati, mentre partiti, istituzioni, associazioni partecipavano al rito civico e affettuoso del cordoglio pubblico, e del riconoscimento dell’eroismo dello scomparso. Anpi, Pd di ogni ordine e grado – dal vicepresidente del senato Chiti agli eletti in ogni istituzione cittadina – Sel, Prc, Idv, la Cgil. Persino Renata Polverini è riuscita a esprimere «profondo cordoglio a nome mio e della regione Lazio».
Stretto tra i suoi ex camerati sommergibilisti nel Pdl, e i nostalgici dichiarati da non indisporre in arrivo della prossima campagna elettorale, invece fino alla serata di ieri Alemanno non aveva detto altro e il suo staff non aveva ricevuto input, né si sentiva di ipotizzare la presenza di Alemanno alla commemorazione che si terrà  stamattina in Provincia: «l’agenda è fitta». 
Del resto, quello della Resistenza è un tema che resta una spina nel fianco del sindaco con la celtica al collo. Da quel «il fascismo non fu un male assoluto», del 2008, fino alla recente amicizia con Riccardo Pacifici, presidente della comunità  ebraica di Roma che lo ha portato in tour in Israele con il soldato Shalit. E che assicura che adesso il sindaco – bontà  sua – «ha riconosciuto la responsabilità  del fascismo nella persecuzione degli ebrei». 
L’avrà  riconosciuta, ma nel frattempo in città  la cancella religiosamente. Com’è successo al Quadraro, teatro di un rastrellamento del 1944 di cui il prossimo 17 aprile ricorre l’anniversario. «Negli anni avevamo dissepolto dall’oblio questa vicenda, il rastrellamento di 1500 persone in una zona notoriamente sede della resistenza armata», racconta Sandro Medici, presidente del X municipio. Fino a che il presidente della Repubblica Ciampi conferisce la medaglia d’oro ad un municipio, caso unico in tutta Italia. Nel quartiere sono ormai anni che si celebra una festa, in ricordo di quella storia, di cui ogni famiglia del posto ha una ferita propria. «Da quando c’è Alemanno la nostra commemorazione è scomparsa dal cerimoniale del Campidoglio. Non mandano più nessuno. E abbiamo dovuto chiedere aiuto alla provincia: dal comune ci hanno tagliato i fondi».

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