Dati sugli Esodati e Risorse disponibili i Conti Tornano (solo) a Spese dei Diritti

by Editore | 14 Aprile 2012 17:54

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Purtroppo è quanto ha fatto il governo sugli esodati, brutta parola per individuare coloro che hanno perso il lavoro a causa di crisi aziendali o perché incentivati dall’azienda a dimettersi quando gli mancava poco per raggiungere la pensione, ma che sono stati travolti dall’improvviso aumento dei requisiti scattato con la riforma della previdenza. Succede ogni volta che si fa una riforma delle pensioni e in Italia se ne sono fatte tante. Tutte le volte i governi di turno hanno dovuto affrontare il problema di come evitare che decine di migliaia di persone restassero per anni senza stipendio e senza pensione. D’accordo questa volta era più difficile, perché lo scalone della riforma Fornero è senza precedenti e perché cade in un momento di gravissima crisi. Ma il dilettantismo e la superficialità  con la quale la vicenda è stata gestita sono evidenti. 
Era chiaro fin dall’inizio, a dicembre, che le persone a rischio sarebbero state una valanga, molti più dei 65mila inizialmente stimati. Bastava dare un’occhiata ai 230 tavoli di crisi aziendali aperti al ministero dello Sviluppo. E sapere che in Italia le aziende tendono a mandar via i lavoratori ben prima che raggiungano la pensione. Che ha fatto il governo? Da un lato ha scritto delle norme chiare, assegnando a una serie di categorie a rischio, in possesso di determinati requisiti, il diritto di andare in pensione con le vecchie regole. Dall’altro ha stanziato le risorse per coprire questa spesa in riferimento a una platea di 65mila persone che, fin dall’inizio, il governo sapeva, sulla base dei dati forniti dall’Inps, essere insufficiente, come ha confermato ieri il sottosegretario al Tesoro, Gianfranco Polillo. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sostiene che i conti sono stati fatti bene e che i lavoratori da salvaguardare sono 65 mila. Ma tutti gli esperti sanno che per rendere ciò vero il governo dovrebbe restringere la platea, cambiando le norme di legge di dicembre, oppure stabilire che potranno essere soddisfatte solo le prime 65mila domande di salvaguardia. Ma questo, appunto, sarebbe un modo per far tornare i conti a spese dei diritti.

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