Crolla l’occupazione giovanile dal 2008 un milione in meno

by Sergio Segio | 8 Aprile 2012 12:39

Loading

ROMA – Tre anni di crisi hanno cancellato un milione di posti di lavoro. Tutti tra i giovani. Ragazzi, ma si fa per dire, perché dentro ci sono uomini e donne fino a 34 anni di età . Un bilancio agghiacciante ma annunciato quello dell’Istat, che segna un calo del 14,8 per cento e fa scendere il numero delle nuove leve in attività : erano 7,1 milioni nel 2008, si sono assottigliate a 6 milioni e 56mila. A pagare lo scotto più alto sono stati i giovanissimi (15-24 anni): uno su cinque ha perso il posto, probabilmente a termine (sono in oltre 300mila). Non solo. Sempre meno giovani hanno un posto fisso.

Quelli che possono vantarne uno si sono ridotti in tre anni di 747 mila unità  (di cui 190 mila nel 2011).

Con la crisi s’è inceppato quel meccanismo che col tempo portava alla stabilizzazione. Ritrovare un impiego non sarà  facile: il tasso di disoccupazione tra i giovanissimi ha superato il 31 per cento e una donna su due al Sud non lavora. È andata meglio ai loro genitori perché nello stesso triennio l’occupazione di uomini e donne tra i 55 e i 64 anni è cresciuta del 15 per cento. Non è che siano stati creati nuovi posti,è che la popolazione invecchia e i requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso alla pensione si sono spostati in avanti, soprattutto per le donne la cui età  di uscita è stata equiparata a quella degli uomini.

Sull’emergenza giovani e sulla riforma del lavoro, è tornato ieri anche il premier. «Scopo principale» della riforma, ha detto Monti, salutando i militari italiani in Libano «è porre rimedio alla disoccupazione giovanile». Ma per capire il senso del provvedimento, ha aggiunto, «è necessario che tutti dismettano «le lenti del corporativismo». Parla al Paese Monti, ma si rivolge soprattutto a quel mondo delle imprese che ha bocciato le modifiche sull’articolo 18, e a Emma Marcegaglia presidente uscente di Confindustria che ha bocciato in toto la riforma e che ieri ha ribadito che «va cambiata profondamente» in Parlamento. Così com’è, secondo il numero uno degli industriali non creerà  lavoro o finirà  per crearne solo di «nero». Le aziende, è la tesi del mondo produttivo avranno paura ad assumere. Una voce dissonante arriva dall’ad di Eni Paolo Scaroni, che ieri ha definito il compromesso raggiunto sull’articolo 18 «un passo avanti».

Ma che la riforma non centri l’obiettivo (crescita e occupazione peri giovani),è un sospetto che avanza. Tra le parti sociali, a non risparmiare critiche è il leader della Uil, Luigi Angeletti, già  entrato in rotta di collisione con il ministro Elsa Fornero («non conosce il mondo del lavoro e sta meglio all’Università »), che prevede 200mila licenziamenti nei prossimi mesi. Perplesse le piccole e medie imprese che temono un eccessivo appesantimento dei costi. Scettico anche l’economista Giacomo Vaciago, che pur ammettendo che la riforma «va nella giusta direzione» la giudica «timida» e debole se l’obiettivo è dare lavoro ai giovani. Dibattito che ora si sposta in Parlamento.

Con il Pdl pronto a dare battaglia, come chiarisce il capogruppo Cicchitto. «A questo punto, le nostre preoccupazioni sono identiche a quelle della Confindustria e di Rete Italia», che chiedono più flessibilità  in entrata per cancellare quelle che considerano le nuove rigidità  sui contratti a termine, le partite Iva e i parasubordinati.

Post Views: 183

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2012/04/crolla-loccupazione-giovanile-dal-2008-un-milione-in-meno/