Crescita, Napolitano riceve Monti “Basta invocarla, ora si agisca” Il Pdl all’assalto sul ddl lavoro

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L’obiettivo del governo è quello di arrivare rapidamente all’approvazione della riforma mantenendo (l’ha ripetuto ieri il ministro del Lavoro, Elsa Fornero), l’impianto fondamentale del disegno di legge «senza arretramenti». «Ho presentato la riforma – ha detto Monti, in un’intervista al giornale israeliano Yedioth Ahronoth – senza inginocchiarmi agli interessi legittimi ma parziali del sindacato bensì guardando l’interesse generale.

Ora il Parlamento farà  il suo lavoro». La Commissione Lavoro del Senato, dove è cominciato l’esame, punta a dare il via libera al provvedimento entro il2 maggio.

Ma la partita è molto aperta in un quadro complessivo che è tornato a rabbuiarsi, con lo spread di nuovo in salita, previsioni di crescita riviste al ribasso (non più – 0,4% ma almeno- 1,5% per quest’anno), occupazione in calo (siamo arrivati al 9,3 % di disoccupati, ha certificato ieri pure l’Ocse). «Un ritorno al clima invernale anche sui mercati», ha commentato Napolitano, secondo il quale senza la crescita non si esce dalla crisi. «E non basta invocarla la crescita», ha detto il presidente della Repubblica. «La crescita – ha insistito, quasi rivolgendo un appello – si può avere solo attraverso una molteplicità  di azioni e sappiamo che non c’è crescita che possa reggere se non c’è competitività  e se non c’è innovazione».

La riforma del lavoro ha ricompostoi tradizionali schieramenti.

Il Pdl ha scelto di cavalcare il malcontento delle imprese, grandi e piccole. Oggi Alfano incontrerà  i rappresentanti di Confindustria e delle altre associazioni imprenditoriali. Le stesse che ieri, nel corso di una riunione, hanno deciso di fare fronte comune contro alcuni aspetti della riforma, in particolare quella che considerano un irrigidimento delle forme di flessibilità  in entrata: nei prossimi giorni proveranno a definire un pacchetto di emendamenti comuni. Va da sé che sarà  soprattutto il Pdl a farli propri. Il Partito democratico è rimasto il solo (insieme al segretario della Cisl, Raffaele Bonanni per il quale c’è il rischio che «si faccia il gioco dell’oca») a difendere l’equilibrio della riforma Fornero. «Presenteremo poche proposte migliorative – ha detto il segretario Pier Luigi Bersani – . Siamo interessati a un’approvazione rapida delle norme». E una serie di modifiche sono state richieste anche dalla Cgil e dalla Uil di Luigi Angeletti.

Susanna Camusso ha detto di apprezzare la soluzione individuata sull’articolo 18 («ripristina un principio di civiltà  giuridica») ma ha suggerito di eliminare dalla formula («manifesta insussistenza») che porta al reintegro nel caso di licenziamenti economici individuali l’aggettivo «manifesta». Poi, il leader della Cgil, è andata all’attacco sulla flessibilità  in entratae sugli ammortizzatori sociali: «È straordinariamente grave – ha detto – che tra il testo licenziato dal Consiglio dei ministri e il disegno di legge ci siano molte differenze».


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