Cinque cent, prego Benzina più cara per la Protezione civile

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Eppure, nella riforma della Protezione civile approvata ieri «in via preliminare» dal consiglio dei ministri, torna la cosiddetta «tassa sulla disgrazia» che era stata inserita nel Milleproroghe del 2011. Una piccola modifica, e il gioco sarebbe fatto: le regioni, in caso di dichiarazione d’emergenza per calamità  naturale, non saranno più obbligate, ma avranno «facoltà  di elevare l’imposta regionale sulla benzina di loro competenza sino al massimo di 5 centesimi per litro». Fin qui la parte che eventualmente spetterà  alle regioni. Ma nel provvedimento si conferma anche l’aumento immediato e obbligatorio dell’accisa sui carburanti – «in misura non superiore a 5 centesimi per litro» – nel caso si debba rimpinguare il «fondo spese impreviste». Quando viene dichiarato lo stato di emergenza, spiega Palazzo Chigi, «si provvede al fabbisogno finanziario utilizzando le risorse del fondo nazionale di Protezione civile. Qualora sia utilizzato anche il fondo spese impreviste, lo stesso è immediatamente e obbligatoriamente reintegrato con risorse ordinarie e/o con le maggiori entrate derivanti dall’aumento dell’accisa sui carburanti». Secondo il Codacons ogni automobilista spenderebbe così almeno 73 euro l’anno in più solo di costi diretti. Dunque si tratta di un «provvedimento folle». 
Per il via libera definitivo alla riforma – presentata ieri da Mario Monti agli stati generali dei volontari della Protezione civile, dove è intervenuto anche Giorgio Napolitano – si attende la Conferenza unificata prevista per giovedì, per avere un via libera che ancora non c’è. E al momento il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, pur sostenendo che la riforma serve, sottolinea che «è indispensabile che questo provvedimento sia condiviso». In particolare, dice Errani, «occorre tenere presente i difficili momenti della finanza pubblica, partendo comunque dalla incostituzionalità  ribadita dalla Consulta della cosiddetta ‘tassa sulle disgrazie’. Occorrerà  invece cercare forme di finanziamento condivise che coniughino la responsabilità  con la solidarietà ».
In attesa della condivisione, il governo non ha diciso quale forma prenderà  il provvedimento, se sarà  un disegno di legge o un decreto. Al momento prende quota la prima ipotesi. Anche i sindaci chiedono al governo di evitare un provvedimento d’urgenza. E poi «negli ultimi mesi si è fatta incetta dell’aumento della benzina, ma ci saranno pure altre possibilità », dice Roberto Reggi, sindaco di Piacenza delegato Anci alla Protezione civile. 
Oltre alla benzina sempre più cara, la riforma tra le altre cose restituisce poteri al Dipartimento della Protezione civile che può intervenire nelle emergenze indipendentemente dal ministero dell’Economia. Inoltre «le gestioni commissariali che operano già  all’entrata in vigore della riforma non vengono prorogate o rinnovate».


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