Cene con i milionari e tagli al welfare Cameron sotto accusa

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La lista d’attesa per prenotare un tavolo da Novikov, il ristorante aperto dal re della gastronomia russa a Mayfair, è di quattro settimane. Nelle nuove succursali di Nobu (giapponese) e Hakkasan (chinese fusion), sul lato opposto della strada, l’attesa è ancora più lunga. Sabato sera, la via era bloccata da un ingorgo di Rolls-Royce, Bentley, Ferrari e Porsche Cayenne, da cui scendevano uomini dai capelli grigi con giovani (o quarantenni rifatte) “trophy wives”, le mogli-trofeo, come le chiama Tom Wolfe nei suoi romanzi. «Sono i banchieri della City che festeggiano il pagamento dei bonus per il 2011», confida il buttafuori di Annabel’s, il night-club più esclusivo della città , affacciato su Berkeley Square, la piazza adiacente, dove la clientela dei suddetti ristoranti si trasferisce dopo cena per brindare con magnum di Dom Perignon e fare due salti in discoteca. Dodici chilometri più in là , a Bradford West, periferia londinese di immigrati e lavoratori, Saeeda Naz è venuta ad applaudire il comizio di George Galloway, leader di Respect (Rispetto), vincitore dell’elezione suppletiva per un seggio da deputato della camera dei Comuni, sconfiggendo a sorpresa sia il candidato conservatore che il laburista. «È l’unico politico di Gran Bretagna disposto a dire la verità », dice Saeeda, bidella disoccupata dopo che i tagli al bilancio introdotti dal governo di David Cameron le hanno fatto perdere il posto. E quale sarebbe la verità ? «Questo è diventato un paese per ricchi, in cui poveri e classe media vengono sacrificati sull’altare dei milionari», grida Galloway in un megafono. 
Populismo? Le cifre parlano chiaro: dopo avere varato nel primo anno al potere una riduzione di un quarto della spesa pubblica, il doppio di quanto osò fare Margaret Thatcher, il mese scorso il ministro del Tesoro George Osborne ha presentato un budget che prevede una “tassa sui nonni”, come l’hanno ribattezzata i giornali, privando di benefici fiscali 4 milioni di pensionati, e che contemporaneamente riduce dal 50 al 45 per cento l’aliquota fiscale per i redditi più alti (sopra 150 mila sterline l’anno) e dal 26 al 24 per cento (con l’obiettivo di portarle al 22) le imposte per le corporation. Un’altra scure è calata sui redditi più bassi, sicché una famiglia di quattro persone al minimo salariale perderà  4 mila sterline l’anno. 
La disoccupazione è al 9 per cento, il livello più alto in vent’anni. Il gap ricchi-poveri è decuplicato rispetto al 1992. Il servizio sanitario nazionale (Nhs) subirà  la più profonda privatizzazione nella storia del welfare britannico. Le scuole statali licenziano insegnanti, ma il 7 per cento delle famiglie che mandano i figli alle scuole private (30 mila euro di iscrizione l’anno) sfornano il 40 per cento degli avvocati, il 50 per cento dei manager, il 60 per cento dei dirigenti. E intanto i giornali rivelano che il premier Cameron invitava a cena a Downing street i businessmen più ricchi del regno, con l’esortazione del tesoriere dei Tories, Peter Cruddas, a entrare nella “Premier League” dei finanziatori del partito, e a influenzarne la politica, donando 250 mila sterline a testa. Imbarazzato, Cameron ha reso nota la lista degli invitati e promesso di riformare il finanziamento ai partiti, ma ieri il Daily Telegraph (quotidiano conservatore per di più) ha scoperto una seconda lista segreta di donatori invitati a Chequers, residenza di campagna del primo ministro.
«Era il migliore dei tempi, era il peggiore dei tempi», scriveva Dickens nella sua Storia di due città : è ancora così? Nei sette anni da cui è leader dei Tories, David Cameron ha dato un’immagine meno elitaria al suo partito. Ma negli ultimi sette giorni, scrive il Guardian, «è tornato al punto di partenza»: mentendo perfino sul pasticcio della Cornovaglia, piatto del popolo da poche sterline, diceva di esserne ghiotto, si è scoperto che non lo mangia da anni. «Questo governo durerà  un solo mandato», scommette il leader laburista Ed Miliband dall’alto di un sondaggio che gli assegna 10 punti di vantaggio. Ma un altro sondaggio, sul Financial Times, indica che Londra è la città  preferita al mondo di banchieri e milionari. Il movimento 99 per cento, quello che ha occupato Wall Street e la City, preannuncia che a luglio proverà  ad occupare il Parco delle Olimpiadi. Sarà  un’estate calda. Forse sarà  più facile trovare un tavolo da Novikov.


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