Caro-prezzi, dove si liberalizza crescono un po’ meno

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E lo studio fatto dall’Unioncamere-Indis rilancia su questo punto: al 4% già  acquisito dobbiamo aggiungere nei prossimi mesi del 2012 un 5% tondo tondo, soprattutto per i generi di prima necessità , come pasta, riso e cereali da colazione. 
Anche le tariffe locali peseranno sui bilanci familiari (un 10% di media in più), ma il futuro ci fa vedere uno spiraglio di luce: le liberalizzazioni calmierano la corsa al rialzo. E’ successo, in passato, con le liberalizzazioni già  fatte. E’ sempre lo studio dell’Unioncamere-Indis che ce lo dimostra. 
Hanno comparato prezzi e percentuali gli studiosi delle Camere di commercio d’Italia. Ed è venuto fuori che nel triennio 2009-2011 i prezzi delle recenti liberalizzazioni (farmaci da banco, la telefonia, i servizi postali) sono stati a crescita zero. Non è una cosa da poco. 
Perché anche i prezzi dei beni e servizi in concorrenza sono aumentati in misura più moderata nell’ultimo triennio, guadagnando meno di 5 punti percentuali. 
Le liberalizzazioni danno quindi un sostegno al potere d’acquisto delle famiglie messe in crisi da una corsa al rincaro che vede in pole position i prodotti ad elevata componente fiscale, come ad esempio la benzina e le sigarette: fra il 2009 e il 2011 sono aumentati di oltre il 25%, raggiungendo punte di quasi il 30% (con un picco particolarmente importante nell’ultimo anno pari ad un aumento medio del 9,2%). 
Una curiosità  fra i prodotti alimentari: sono 46 quelli monitorati dall’Unioncamere-Indis per valutare l’aumento dei prezzi. In media, abbiamo detto, sono aumentati di circa il 4%, con punte di 8% per prodotti come zucchero e caffè e la passata di pomodoro di oltre il 9%. Diminuisce, invece, uno dei nostri prodotti tipici: -2,2% per il parmigiano reggiano e la grana padana, a dispetto di tutti gli altri prodotti caseari. 
Curiosa la variazione di prezzo di olio e derivati: diminuiscono tutti, olio extra vergine di oliva (-0,9%), olio di oliva (-1,2%), burro (-1,4%), mentre svetta il solo olio di semi vario (+7,8%), probabilmente dilagato nelle nostre diete alimentari.


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Canada: i nativi “non restano a guardare”, per il bene dei canadesi!

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  Foto: Citynews.ca

Dopo le proteste dello scorso dicembre in Canada, lunedì 28 gennaio in tutto il Mondo si sono mobilitate migliaia di persone sotto lo slogan del movimento “Idle No More (Non Resteremo a Guardare) nato nel novembre 2012 da quattro donne della provincia di Saskatchewan per protestare contro gli effetti delle politiche canadesi.
Con il cosiddetto Bill C-45, il Governo Harper, ha di fatto tolto ai Nativi Canadesi la propria autonomia sancita dai trattati dell’Indian Act. Con questa legge il Canada indebolisce seriamente molte norme a tutela delle risorse naturali dei territori indigeni, con “un impatto pericoloso per l’ambiente e la società  di tutti i nativi” e non solo.

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