Camusso cauta: «Aspetto il testo, temo sorprese»
È cauta ma guardinga Susanna Camusso, e per tutta la giornata di ieri si è ostinata a non commentare la riforma, ripetendo ai giornalisti che la seguivano e incalzavano che «prima dobbiamo leggere». «Sono questioni giuridiche precise, e come sono scritti i testi diventa importante – ha concluso – Permetteteci che ci riserviamo di dire cosa ne pensiamo quando abbiamo un testo».
È comprensibile che il sindacato preferisca parlare di leggi scritte nero su bianco piuttosto che di ipotesi, ma nella reticenza della lady di ferro del quadratino rosso c’è sicuramente l’attenzione a non pestare le uova del Pd, proprio nel giorno in cui il segretario Pierluigi Bersani invece canta vittoria e afferma davanti alle telecamere progressiste del Tg3 che «tutti, anche la Cgil, devono registrare la novità , il passo avanti fatto».
Insomma l’equilibrio è delicatissimo e se proprio si dovrà scegliere una via diversa dal partito di riferimento – calcando più o meno la mano – si deve studiare bene. E soprattutto valutare, ponderare, nelle segrete stanze di Corso d’Italia. D’altronde la base non tarderà a farsi sentire, non solo dai social network, ma anche e soprattutto dai corridoi (e dalle piazze) della ben più radicale Fiom.
Ieri i metalmeccanici guidati da Maurizio Landini hanno scelto di non pronunciarsi, in un «no comment» ancora più no comment di quello camussiano, visto che non è stato neanche esplicitato. Anche loro vorranno studiare il testo – legittimamente – ma soprattutto dovranno calibrare a loro volta le uscite, sia rispetto ai partiti, che alla confederazione di cui fanno parte, ma soprattutto di fronte alla loro base molto militante e più in generale a tutto quel mondo democratico e variamente movimentista che anima sempre i loro cortei.
Intanto però le tute blu Cgil hanno incassato la partecipazione della ministra del Welfare Elsa Fornero a un dibattito a cui l’hanno invitata: «Credo che ci andrò», ha detto ai giornalisti. E poi ha aggiunto: «Vedo che c’è molta gente arrabbiata in giro. Bisogna raccontare bene le cose, con equilibrio e senso della misura».
Chi invece pare aver letto già il testo, o se non altro si pronuncia preventivamente, è il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: «Mi pare che la questione che ci preoccupava di più è stata definita in modo ragionevole – ha detto, anche lui ai microfoni del Tg3- «La raccomandazione fatta da noi al presidente del consiglio, di non far coincidere i licenziamenti economici con eventuali situazioni fraudolente delle aziende, è stata chiarita. Ci sarà il reintegro nel caso in cui le aziende tentino di portare avanti situazioni fraudolente. Ora è arrivato il momento di rasserenare il Paese come ci chiede il presidente della Repubblica, ma soprattutto di risolvere i problemi dell’Italia che sono la mancanza di crescita e l’eccessivo peso fiscale. Per questo noi ci mobiliteremo nei prossimi giorni». Soddisfatto si dice anche il leader della Uil Luigi Angeletti: «Per noi era necessario che venissero modificate le norme sui licenziamenti economici, evitando che le aziende possano agire per altre ragioni immotivate».
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