Campi di marijuana anti-crisi

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Con un referendum, i cittadini hanno approvato il piano del sindaco che prevede di affittare le terre ad associazioni di consumatori. Per combattere le narcomafie e la recessioneIl piccolo e antico comune di Rasquera (962 anime censite nel 2011), a pochi chilometri da Tarragona, in Catalogna, è balzato agli onori delle cronache internazionali per un referendum che ha fatto scalpore. Con 308 voti a favore, 239 voti contrari e 7 voti nulli, gli abitanti del paese hanno deciso martedì di appoggiare la proposta del sindaco Bernat Pellissa di un eterodosso piano anticrisi che comprende la creazione di due nuove imprese e la cessione di uno spazio di 7 ettari (con due serre di mille metri quadrati ciascuna) alla associazione Abcda (Associazione barcellonese cannabica di autoconsumo), un club «ludico-terapeutico», come si definiscono, che conta con ben 5000 soci.
Il sindaco, del partito Esquerra republicana (sinistra repubblicana, un partito indipendentista catalano), aveva promesso che senza un appoggio del 75% dei suoi compaesani al suo piano si sarebbe dimesso. Dopo aver conosciuto i risultati, però, ha affermato che «bisogna prendere le decisioni a mente fredda» e si è dato due giorni di tempo per decidere come procedere.
Il 56% dei voti a favore ottenuti rispecchia la proporzione della maggioranza in consiglio comunale (4 consiglieri di Esquerra contro 3 di Convergència i Unià³, CiU, il partito indipendentista della destra catalana) e garantisce al sindaco l’appoggio dei suoi, ma non è il forte risultato che sperava. La partecipazione è stata del 69%.
Il comune deve affrontare un colossale debito di 1.3 milioni di euro e i 650 mila euro annuali (più 36 mila alla stipula della convenzione) che Abcda promette all’amministrazione hanno convinto il sindaco ad affrontare una battaglia politica e legale complicata. «Il piano ci permetterà  di riprendere l’erogazione di alcuni servizi, come quello del riciclaggio, che abbiamo dovuto sospendere», spiegava qualche giorno fa il sindaco. La convenzione con l’associazione durerebbe per due anni rinnovabili. Ai locali fanno anche gola i cinque posti di lavoro promessi nei primi quattro mesi (ma se ne calcolano una cinquantina a regime).
Nonostante le motivazioni economiche, il piano del sindaco è decisamente politico. Secondo quanto affermava lo stesso sindaco nelle scorse settimane, «la popolazione di Rasquera è molto invecchiata e vogliamo frenare la fuga dei nostri paesani». Ma per Pellissa c’è un aspetto più importante: «Servirà  per misurare l’ipocrisia della società . I bambini di 14 anni possono già  accedere alle droghe, mentre se si legalizzasse il consumo razionale di cannabis per le persone con più di 21 anni, le mafie smetterebbero di lucrare e si potrebbero studiare i benefici terapeutici che genera questa industria».
Il piano ha provocato una forte spaccatura sia a livello locale che a livello istituzionale. La Generalitat de Catalunya, il governo catalano, in mano a CiU, si è immediatamente schierata contro l’amministrazione di Rasquera appoggiando l’opposizione locale al progetto e ha promesso di mandare i Mossos, la polizia locale, se si dovesse iniziare la coltivazione.
In conferenza stampa il sindaco ha spiegato che ci sono in realtà  cinque o sei possibili progetti nel piano approvato dai suoi compaesani. Non in tutti si prevede l’uso della cannabis, ma tutti hanno a che fare con i semi di canapa «poiché quelli che si vendono nei grow shop sono tutti di importazione» e Abcda vuole produrli a Rasquera.
In Spagna la legislazione sulla marijuana lascia qualche margine di manovra. L’articolo 368 del codice penale proibisce la coltivazione, l’elaborazione o il traffico di droga, a meno che si possa dimostrare che è per l’autoconsumo. Se Abcda riuscisse a dimostrare che la coltivazione è con questo unico scopo probabilmente, secondo i giuristi consultati dal comune, potrebbe rientrare nella legalità . Certamente si aprirebbe la porta verso un limbo giuridico in cui non è chiaro come ci si potrà  districare. Gli stessi promotori del piano ammettono che Rasquera potrebbe costituire un precedente.
La dichiarazione più surrealista della giornata l’ha fatta, comunque, l’ex sindaco di Madrid e attuale ministro di giustizia Alberto Ruiz-Gallardà³n. Dopo che il governo del Pp ha martoriato i lavoratori con una draconiana riforma del lavoro e dopo aver promesso di tagliare tra il 15 e il 25% in educazione, sanità  e ricerca scientifica, su Rasquera ha affermato che «anche se la crisi è dura, non dobbiamo prendere delle decisioni di cui potremmo pentirci dopo aver superato la crisi».


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