by Editore | 27 Aprile 2012 14:54
BOLOGNA – Trentamila famiglie in situazione di disagio abitativo. È questo il dato che emerge da “Bologna social housing”, il rapporto della Provincia sulla condizione abitativa nel territorio provinciale presentato questa mattina a Palazzo Malvezzi. E il dato è stimato per difetto perché si considerano solo il disagio più “estremo”. Negli ultimi 10 anni sono più che raddoppiati in provincia di Bologna gli sfratti, passando da 779 a 1.718 (+120%), mentre sono triplicati gli sfratti per morosità , passando dai 490 del 2001 ai 1.559 del 2010 (+220%). Sono 15 mila le famiglie in attesa di un alloggio di edilizia residenziale pubblica (il 63% a Bologna e il 45% è straniero) a fronte di una capacità di assegnazione media di 650 alloggi all’anno. Nel 2011 sono state ammesse 12.361 domande al contributo per l’affitto, in stragrande maggioranza da famiglie con un reddito Ise inferiore ai 12 mila euro all’anno (il 48% delle richieste è a Bologna). Gli studenti fuorisede a Bologna spendono circa 1.000 euro al mese: il 50% di questa cifra è destinata all’alloggio o al posto letto. A questi dati va aggiunto lo stallo del mercato immobiliare: Nomisma stima in circa 12 mila le case invendute in provincia di Bologna (circa 5 mila in città ). “Siamo in una situazione di emergenza – ha detto Giacomo Venturi, vicepresidente della Provincia – a cui va aggiunto un altro dato preoccupante: sono finiti i trasferimenti statali per le politiche abitative”. Trasferimenti che hanno portato, negli ultimi 10 anni, 74 milioni di euro sul territorio bolognese. A questa emergenza la Provincia e i Comuni del territorio rispondono con il Piano casa metropolitano.
Pianificazione urbanistica. È questo uno degli strumenti per rispondere all’emergenza. Il punto di partenza sono gli alloggi di edilizia sociale previsti nei Piani strutturali comunali: per la provincia di Bologna si parla di 11 mila alloggi. Spesso però l’offerta di edilizia sociale non è in linea con la domanda: prezzi, canoni, dimensioni e qualità sono spesso incongruenti rispetto alle disponibilità economiche delle famiglie che non possono accedere a un’abitazione a libero mercato. “Basta pensare – ha precisato Riccardo Malagoli, assessore alla Casa del Comune di Bologna – che se il canone medio di un alloggio di edilizia sociale è 135 euro mensili, i costi di gestione sono molto più elevati a causa, ad esempio, della bassa classe energetica”. Ecco perché è necessario puntare anche sulla riqualificazione degli alloggi. “L’obiettivo del Piano casa metropolitano è stabilire parametri omogenei su tutto il territorio provinciale su prezzi, canoni, dimensioni e qualità – ha spiegato Venturi – che l’edilizia sociale dovrà rispettare per incontrare realmente la domanda sociale a cui si rivolge”. In altri termini, l’accordo si propone di immettere sul mercato di edilizia sociale canoni di locazione che non superino i 350/400 euro per una casa di taglio medio (70 metri quadri) e prezzi di vendita inferiori ai 2.000 euro al metro quadro, che offrano anche “abilitabilità ”: elevata classe energetica, ben collocati nella rete dei servizi locali, attenti alle esigenze di integrazione tra generazioni e gruppi sociali.
Sostenibilità economica. La fattibilità di questo percorso intrapreso da Provincia e Comuni è stata valutata da Nomisma. “Bisogna fare i conti con una prospettiva di mercato diversa e con diverse prospettive di redditività – ha detto Luca Dondi, responsabile area mercato immobiliare di Nomisma – Si devono evitare nuove urbanizzazioni ma piuttosto cercare di smobilizzare l’invenduto, ad esempio, trasformandolo in potenziale offerta di edilizia sociale perché il mercato non lo assorbe”. In questo modo, secondo Dondi, si minimizzerebbe il danno, si darebbe una risposta al territorio e si eviterebbero i problemi legati alla manutenzione. “C’è bisogno di uno sforzo comune – ha concluso Dondi – ma al tavolo di discussione devono sedersi anche i costruttori e le banche”. Del Piano casa metropolitano e delle possibili risposte all’emergenza abitativa del territorio si parlerà nel convegno “Bologna social housing” che si terrà il 3 maggio in Sala Borsa nell’ambito del Green Social Festival. (lp)
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