Attentati a Damasco 11 morti e molti feriti
Esplosione nel quartiere centrale di Midane. Un’altra deflagrazione nella zona industriale della capitale. Nell’attentato suicida che si è verificato a Midane nel centro storico di Damasco, un kamikaze si è fatto saltare in aria proprio fuori dalla moschea mentre i fedeli uscivano dal luogo di culto dopo la preghiera del venerdì. Dalle prime informazioni dell’agenzia ufficiale «Sana» ci sarebbero almeno 11 vittime e 28 feriti. Tra i morti vi sono «civili e membri delle forze di polizia». Secondo l’agenzia, di due delle vittime sono stati trovati solo alcuni «resti». Ma una seconda deflagrazione ha colpito la capitale siriana: Al Arabiya riferisce che è avvenuta nella zona industriale di Damasco, ma non è chiaro se vi siano state vittime. «È chiaro che il regime siriano non rispetta i suoi obblighi» di cessate il fuoco del piano dell’inviato speciale Onu, Kofi Annan, ha detto ieri Michael Mann, portavoce dell’alto rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton, ma senza dire una parola sugli attentati sanguinosi di Damasco. E crescono i dubbi Usa sul piano Annan in Siria, tanto che Kathleen Hicks, sottosegretario alla Difesa, e Derek Chollet, direttore delle strategie del National Security Council, hanno affermato che l’iniziativa diplomatica guidata da Kofi Annan «sta fallendo», e si sta lavorando ad un «piano B» per porre fine al massacro. Una nuova guerra? Per ora pare di no. visto che il segretario della Nato Andres Fogh Rassmussen ha dichiarato ieri: «Non abbiamo alcuna intenzione di intervenire in Siria perchè crediamo che il modo giusto di andare avanti sia perseguire una soluzione pacifica e politica. Naturalmente noi monitoriamo la situazione da vicino».
Ieri però è apparso a tutti chiaro che qualcuno sta remando, sanguinosamente, contro ogni soluzione di mediazione e contro l’arrivo dei trenta Osservatori dell’Onu che dovranno dislocarsi a partire da lunedì 30 aprile. Il loro arrivo è stato annunciato ieri dal portavoce dell’inviato speciale di Onu e Lega Araba in Siria, Kofi Annan. Dovrebbero diventare 300 e li guiderà il generale norvegese Robert Mood, nominato dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon in accordo con le autorità di Damasco.
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