Appello di Draghi all’Europa “Troppe tasse, ora la crescita”

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ROMA – Serve un “patto per la crescita”. A fare il rigore a suon di imposte, si rischia di soffocare l’economia. Mario Draghi striglia i governi: “Un consolidamento fiscale attuato solo attraverso l’aumento delle tasse è sicuramente recessivo”. E’ giunto il momento di “darsi obiettivi di lungo termine”, di avere “una visione”. E subito il suo messaggio viene recepito da Francois Hollande, lo sfidante per l’Eliseo: il presidente della Bce ha ragione, senza misure ad hoc, “l’Europa non uscirà  mai dalla crisi”. Lui, se eletto, sottoporrà  ai leader Ue un “memorandum” in quattro punti per venire fuori dal tunnel cambiando il fiscal compact e creando gli eurobond.
Draghi interviene al Parlamento europeo proprio mentre il premier Mario Monti ribadisce che «il rigore porterà  gradualmente ad una crescita sostenibile e al lavoro» e che «non esistono scorciatoie per uscire dalla crisi». Parole, le sue, che trovano in disaccordo la leader della Cgil, Susanna Camusso: «Monti non sta facendo un buon lavoro perchè ha annunciato un programma di rigore, equità  e crescita e vediamo solo il rigore».
In realtà , il messaggio del titolare dell’Eurotower, che segue quello, analogo del presidente Giorgio Napolitano, suona come un ammonimento a tutti i paesi, Italia inclusa, che fra tasse e tagli ancora non hanno imboccato la via della crescita. Ricalca anche un dibattito delicatissimo, in corso in Europa, tra i rigoristi puri, fedeli all’ortodossia tedesca e quelli che, a forza di austerità , temono una recessione ancora più severa, come appunto Hollande. Il suo piano, in caso di vittoria: creazione di Eurobond, potenziamento delle capacità  di investimento della Bei, tassa sulle transazioni finanziarie con i Paesi che vorranno, sblocco dei fondi strutturali rimasti inutilizzati. Il francese assicura anche che «in molti», nella Ue, pure tra i non socialisti, la pensano come lui. E comunque: «Io non ce l’ho con la Merkel». Anzi, con lei vanno aperte «discussioni ferme e amichevoli». Di sicuro vi sono già  contatti Roma-Berlino sulla questione, incontri tra l’entourage della Cancelliera e quello di Monti. Obiettivo: cercare un asse tra i due paesi per trovare rimedi comuni sullo sviluppo, in vista del prossimo Consiglio Ue. La signora Merkel sintetizza così: «Abbiamo bisogno di crescita come dice Draghi, che passi attraverso le riforme strutturali». Le Borse ben reagiscono, con un generale rialzo: Milano guadagna il 2,92%.
Ai leader Ue, il presidente della Bce chiede di essere «più ambiziosi». Ricorda loro che l’Europa è «in mezzo al guado», «a metà  del fiume che stiamo attraversando», con una economia che manda segnali «ambigui» e «incerti». Nei giorni dell’emergenza, il caro – tasse era lo strumento più veloce per frenare la fuga degli investitori. Oggi, per convincerli a tornare, bisogna creare sviluppo. Oltretutto, in fatto di conti tutti, anche Italia e Spagna, hanno fatto «progressi enormi»; la situazione finanziaria «è notevolmente migliorata». Draghi si dice «fiducioso» che l’iniezione di liquidità  decisa dall’Eurotower «verrà  portata molto vicino all’economia reale», servirà  cioè a finanziare imprese e famiglie. Ma avverte: «La Bce non può intervenire sull’uso che le banche fanno della liquidità : è una loro prerogativa».


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