Afghani gettati in mare a Locri Uno muore affogato
Altri quattro sono invece rimasti feriti, uno dei quali porta sul corpo i segni delle percosse ricevute dagli scafisti per convincerlo a buttarsi in mare.
E’ finita con l’ennesima tragedia lo sbarco di una cinquantina di immigrato provenienti dall’Afghanistan e arrivati ieri mattina al largo di Locri, in Calabria. Il gruppo, stando alla prima ricostruzione fatta dagli inquirenti, sarebbe partito quattro giorni fa dalla Grecia a bordo di un peschereccio. A bordo una cinquantina di profughi che giunti al largo delle coste calabresi sono stati costretti dagli scafisti a lasciare l’imbarcazione per trasferirsi su di un gommone. Probabilmente la promessa era di trasportarli fino a riva, ma così non è stato.
Complessivamente, secondo il racconto fatto dagli stessi immigrati, le persone sbarcate dovrebbero essere 45, ma per gli inquirenti potrebbero essere anche di più. Così come non è escluso che l’organizzazione che li ha portati dalla Grecia fino in Italia potesse avere a terra un basista che aveva il compito di accogliere i profughi e provvedere al loro trasferimento. Un’ipotesi resa concreta dal fatto che sulla spiaggia sono stati trovati degli indumenti abbandonati, segno evidente che prima di lasciare il gruppo alcuni immigrati si sono cambiato con degli abiti asciutti. Lo sbarco è avvento in località Basilea, alla periferia nord di Locri in direzione Siderno.
Dei quattro immigrarti rimasti feriti uno è in condizioni gravi ed è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale della cittadina calabrese. L’uomo ha ingerito una grande quantità di acqua e presenta sul corpo numerose lesioni, frutto probabilmente del pestaggio che potrebbe aver subito da parte degli scafisti. Lesioni sono state riscontrate dai sanitari anche sul corpo dell’uomo affogato.
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