Accordo Italia-Libia, Arci: “Il governo informi parlamento e opinione pubblica”

by Sergio Segio | 5 Aprile 2012 17:57

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ROMA – “Il Viminale ha reso noto che lo scorso 3 aprile il ministro Cancellieri ha siglato un accordo con le autorità  libiche che prevede la cooperazione fra i due paesi soprattutto in materia di lotta all’immigrazione clandestina e alle organizzazioni criminali che la gestiscono, contribuendo alla formazione delle forze di polizia per il controllo delle coste e frontiere libiche e favorendo il rientro dei migranti nei paesi d’origine”. E’ quanto si legge in una nota di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci.

“Gli argomenti – di cui si conosce solo il titolo – non sono diversi da quelli contenuti nel precedente accordo siglato dall’ex ministro Maroni e questo non è certamente rassicurante per chi ha a cuore le sorti dei tanti che si imbarcano per fuggire da un Paese in cui si continua a sparare. Un Paese per nulla pacificato, dove la situazione dei diritti umani è ancora molto preoccupante. Per questo riteniamo urgente che i contenuti dell’accordo vengano portati a conoscenza del parlamento e dell’opinione pubblica”.

“Siamo inoltre convinti che continuare ad affrontare il tema dell’immigrazione solo dal punto di vista del contrasto ai flussi irregolari e quindi delle misure coercitive atte a impedirli sia profondamente sbagliato, dal momento che è la stessa legislazione in vigore a produrre clandestinità  non prevedendo la possibilità  di ingressi legali. E’ necessario dunque intervenire innanzitutto su questo, modificando la normativa e consentendo ingressi regolari. Ribadiamo infine la nostra preoccupazione per la situazione del sistema d’accoglienza, che resta frammentato e inadeguato, col rischio  che anche quest’anno si determinino situazioni di emergenza non più tollerabili. Sottoscrivere e finanziare accordi con la Libia, soprattutto dopo la storica sentenza della Corte Europea che ha condannato i respingimenti in mare, non è certamente quel che serve per regolare i flussi migratori verso il nostro Paese. A ciò va aggiunto un colpevole ritardo nella gestione dell’accesso al diritto d’asilo e all’accoglienza nel nostro Paese, su cui pesano le lentezze burocratiche e la mancanza di un sistema di centri adeguato. Si investa quindi subito sull’accoglienza in maniera concreta e non a parole, segnando una discontinuità  col precedente governo, senza indugiare su iniziative di contrasto e repressione”. 

 

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