A Firenze e Milano fisco a caccia degli evasori

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MILANO – Sabato di blitz a caccia di incassi nascostie scontrini fiscali “dimenticati”, a Milano come a Firenze. Nel capoluogo lombardo coinvolte Agenzia delle entrate, polizia locale e – questa volta – anche la Siae: ispettori ed agenti hanno setacciato nuovamente i luoghi simbolo della movida milanese, puntando ristoranti, locali notturni, discoteche vere e “irregolari”, ma anche i proprietari di auto di lusso, fermati dai vigili urbani per accertare la proprietà  dei mezzi. Questo poche ore dopo che a Firenze erano state visitatea sorpresa 20 su 43 botteghe orafe di Ponte Vecchio. Stessa procedura a Milano: gli ispettori si sono presentati nei locali del Ticinese, di corso Como, zona Brera, piazza XXV Aprile, i luoghi, cioè, a più alta densità  di insegne ambite dai giovani nel fine settimana. I controlli sono scattati sugli scontrini emessi, per fare i raffronti con lo stesso sabato di un anno fa,e sugli studi di settore che finora – nei diversi controlli che da Cortina in poi l’Agenzia delle entrate ha messo in campo – hanno sempre fatto rilevare molte incongruenze che, se confermate, si trasformeranno in sanzioni. La novità , nel blitz di ieri sera, é che ad accompagnare gli ispettori del Fisco c’erano anche addetti ai controlli della Siae, di certo interessati ai tanti locali che, mascherandosi dietro statuti da associazioni private o discobar, svolgono in realtà  le funzioni di discoteche vere e proprie, magari con i prezzi adeguati ma senza norme di sicurezza rispettate e senza pagare il giusto come diritti musicali. Soltanto nei prossimi giorni sarà  possibile conoscere i risultati dei controlli di ieri sera. Ma quel che è certo è che assieme agli ispettori c’erano anche una cinquantina di agenti di polizia locale che, oltre a ispezionare i pubblici esercizi, avevano il compito di fermare le auto di grossa cilindrata per incrociare i dati anagrafici dei proprietari e quelli delle auto, per scoprire eventuali situazioni in cui un mezzo risulti intestato a una società  solo per pagare meno tasse.

Tra i locali controllati, proprio come a fine gennaio, anche quello di Alfredo Zini, vicepresidente della Associazione pubblici esercizi Epam: «Nel mio ristorante “Al Tronco”, sono venuti per la terza volta in un mese e mezzo. Vanno benei controlli ma non sempre agli stessi. Mi pare ci sia un po’ di persecuzione», spiegava ieri sera. A gennaio il blitz del sabato ebbe anche una coda il giorno dopo, con la Guardia di Finanza impegnata in altri controlli. I risultati di quei due giorni sono noti, con ricavi aumentati mediamente del 44 per cento, punte superiori al 100 per cento e un caso in cui gli incassi, rispetto a un anno prima, erano lievitati del duecento per cento. I controlli «doverosi», per il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, portarono alla luce anche molte irregolarità  legate a lavoratori clandestini o in nero.


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