A. B. Yehoshua firma Oz e Grossman no

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Da giorni l’autore del Tamburo di latta, dichiarato persona non grata dal ministro dell’interno Eli Yishai, viene messo sotto accusa dai media e dal mondo politico per aver messo «Israele e Iran sullo stesso piano morale». Parole pronunciate anche dal ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle. Ma ora contro Grass è scattata una pesante iniziativa. Tutti i giornali ieri riportavano l’appello dell’Associazione degli scrittori israeliani rivolto ai letterati di tutti i paesi del mondo affinché denuncino come «immorale» il poema pubblicato. Accanto a quella di autori non molto famosi c’è la firma di una celebrità  internazionale quale A.B. Yehoshua. 
Un appoggio pesante quello di Yehoshua all’iniziativa contro il premio Nobel tedesco che tuttavia ha messo in evidenza una spaccatura nella famosa troika di romanzieri “impegnati” che tante simpatie per Israele hanno generato in giro per il mondo e che indirettamente hanno contribuito ad ammorbidire le critiche che si rivolgono alle politiche di Tel Aviv verso i palestinesi sotto occupazione militare. Gli altri due membri della troika, Amos Oz e David Grossman, non hanno firmato l’appello dell’Associazione degli scrittori contro Grass facendo capire di non condividerlo, almeno non del tutto. Una frattura che sorprende fino a un certo punto perché Yehoshua negli ultimi anni ha ulteriormente allineato le sue posizioni politiche al «consenso nazionale», sempre più spostato a destra. C’e’ da dire che la scelta di Oz e Grossman di non prendere parte al coro di proteste contro lo scrittore tedesco non è isolata in Israele, anche se marginale. Il quotidiano liberal Haaretz qualche giorno fa ha scritto che «gli israeliani hanno più di una ragione per essere in collera con Grass, ma ne devono pur ascoltare» taluni rilievi. E se è vero che «in certi suoi versi si perde il senso delle proporzioni», è anche vero che le «reazioni più furiose risultino parimenti eccessive». Ben più netto di quello di Haaretz è il giudizio della sinistra radicale israeliana, espressione di piccole formazioni, molto attive nell’area di Tel Aviv, che nelle parole del celebre autore tedesco vedono più di ogni altra cosa la richiesta per un disarmo nucleare regionale e globale. 
Non la pensa in questo modo il presidente dell’Associazione degli scrittori, Herzl Hakak, che bolla come «vergognosa e immorale» l’opera di Grass, arrivando ad affermare che «mira a delegittimare Israele e il popolo ebraico» e sollecitando tutti gli scrittori del mondo a «denunciarne» i contenuti. «Intendiamo rivolgerci – ha scritto Hakak – al Pen Club e al Comitato per il Nobel, che si devono esprimere: qui non si tratta di politica, ma di morale». Per Hakak, Grass si rendererebbe addirittura complice di «un insabbiamento delle dichiarazioni genocide dei leader iraniani».


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