PUNTO DI SVOLTA

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Certamente nei prossimi mesi e anni ci saranno, uno a uno, o, meglio, quattro a quattro ogni quattro mesi, decine di migliaia di licenziamenti individuali per “motivi economici”. Sappiamo già  chi verrà  colpito, perché da qualche mese i capi girano nei reparti e minacciano i delegati non allineati e gli operai che resistono all’intensificazione del lavoro, annunciando loro che, «appena passa l’abolizione dell’art. 18, sei fuori!». Così, se alla manifestazione della Fiom del 24 febbraio, su 50 mila partecipanti, almeno 40 mila erano lavoratori e lavoratrici della Fiom, possiamo essere sicuri, con uno scarso margine di errore, che, al ritmo di 12 all’anno per azienda, quei lavoratori verranno espulsi dal loro posto di lavoro ottenendo con il tempo quello che Marchionne ha realizzato in un colpo solo, cambiando nome allo stabilimento di Pomigliano e tenendovi fuori tutti i tesserati Fiom. E lo stesso avverrà  con altre migliaia di lavoratori, già  ben identificati, nella maggior parte delle aziende di altri settori. Se Barozzino, Pignatelli e La Morte, i tre operai della Sata di Melfi licenziati dalla Fiat per rappresaglia contro uno sciopero, ci hanno messo più di un anno per dimostrare le loro ragioni di fronte ai giudici e, nonostante l’ordine di reintegro, non viene loro concesso di rientrare in fabbrica, possiamo immaginare che cosa succederà  con le decine di migliaia di lavoratori già  in lista per essere licenziati individualmente “per motivi economici”. 
CONTINUA|PAGINA15 Elencare tutti e dodici i graphic novelist ruberebbe spazio. Li conoscerete di volta in volta attraverso le loro biografie professionali e, soprattutto, attraverso i loro lavori. Alcuni ci sono già  arrivati. Stupiscono non solo sul piano estetico, ma anche e molto per ciò che i segni, i colori, le luci, le atmosfere, i temi scelti, raccontano. Sono narrazioni chiuse nello spazio di quella che era una pagina bianca ed è divenuta affabulazione poetica, istantanea forte, dimensione astratta, paesaggio in bilico tra reale e fantastico, lettura spiazzante della figura umana. Ci sono, invece, ancora alcune cose da dire. L’idea non è partita da noi, ma la dobbiamo a Riccardo Cecchetti, da sempre e ogni giorno lettore del manifesto. Una mattina di qualche settimana fa, davanti all’edicola dove ci eravamo fermati per comprare quello che lui chiama «il nostro giornale», Riccardo se n’era uscito con la proposta di coinvolgere alcuni colleghi illustratori per partecipare concretamente all’ennesima battaglia di sopravvivenza in corso. Non c’è stato bisogno di attendere molto. Le risposte sono arrivate nel giro di qualche giorno, ed erano messaggi del tipo «io ci sono, mando subito», oppure «fatemi sapere quando vi serve la mia tavola», o ancora «bella pensata, eccomi qui».
È un’altra conferma di come il manifesto sia voce ascoltata da tutti quelli che non amano unirsi al coro. Ne fanno certamente parte gli autori di Graphic Novel: gente che fa scelte coraggiose guardando al “fumetto” dei grandi numeri commerciali, affronta temi politici e sociali, semina provocazioni, scava nel passato e nel presente per contraddire e ricordare. Sono questi i valori aggiunti, non quantificabili in cifre, contenuti in ciascuna delle dodici opere realizzate per noi. E per quei lettori che vorranno farle proprie.


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