Wikileaks torna a colpire

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Wikileaks torna a colpire, mettendo così a tacere le voci che consideravano l’esperienza di «controinformazione» digitale messa in piedi da Julian Assange in dismissione. Ieri sono stati infatti messi «on line» i 4 milioni altre fonti parlano di 4,5 milioni – messaggi di posta elettronica di una società  di sicurezza, nonché contractors della difesa statunitense Stratfor Intelligence scaricati dagli archivi digitali durante un’incursione degli hacker di Anonymous. Le modalità  di diffusione sono stati diversi rispetto il recente passato. Nessun accordo in esclusiva con media, come è accaduto con i cosiddetti cablogates, cioè quando Wikileaks rese pubbliche le e-mail interne del dipartimento di stato Usa. Questa volta la scelta è stata di inviare a venticinque media, tra giornali, magazine, radio e televisioni, di diversi paesi. L’azione, chiamata «Global Intelligence Files», è stata presentata da Wikileaks come lo smascheramento di operazioni «sporche» decise dal governo Usa e da molte multinanzionali.
La Stratfor Intelligence è una impresa cresciuta impetuosamente in questi anni di dismissione dell’intervento pubblico e privatizzazioni in settori strategici come la sicurezza nazionale. Sul suo sito sono citate molti committenti, tra cui spiccano il dipartimento di stato, il Pentagono, ma anche molte multinazionali e società  finanziarie. Tra i suoi «meriti», la Stratfor Intelligence segnala missioni in teatri di guerra e intervento in cyberguerra. Definita la «piccola Cia», tra i suoi compiti il monitoraggio delle attività  di alcuni leader politici «sgraditi» agli Stati Uniti, come Hugo Chavez, o attivisti dei diritti umani. 
Ci vorrà  del tempo per conoscere tutti i messaggi, ma un anticipo l’ha dato lo stesso Assange, che ha reso pubblico l’accordo tra Stratfor Intelligence e Coca Cola per la messa in sicurezza delle informazioni relative al coinvolgimento della multinazionale nello scandalo che ha investito la società  Peta, accusata dagli animalisti di aver testato su animali gli effetti di alcuni prodotti farmaceutici e alimentari. Coca Cola ha sempre smentito le notizie di aver usata Peta per testare gli effetti sui muscoli di alcuni dolcificanti usati per la nota bibita. Ma per Wikileaks, tale coinvolgimento c’è stato e le prove sono nelle e-mail «trafugate» da Anonymous, anche se finora i messaggi non sono stati resi pubblici. Assange ha fatto riferimento anche a un accordo tra Goldman Sachs e Stratfor Intelligence relativo alla gestione sicura di un sistema informativo per produrre profitti ai limiti del legale. Ma anche in questo caso, le anticipazioni di Assange non sono state supportate da alcune verifiche. 
Quello che invece comincia a essere pubbliche sono e-mail di alcuni manager della Strafor Intelligence che parlano della presenza di truppe Nato in Siria a supporto degli oppositori del regime di Assad; oppure che il premier turco Erdogan è stato segretamente operato per un tumore.
Solo nei prossimi giorni si capirà  la portata delle e-mail. Per il momento, tuttavia, c’è di certo che Wikileaks non è in dismissione. Altro elemento che emerge è che l’azione di «recupero» dei messaggi è stata compiuta da Anonymous. Il fatto che li abbia «ceduti» a Wikileaks significa che il rapporto non si è incrinato, come invece era stato ipotizzato nei mesi scorsi. Anzi, è sempre di questi giorni la notizia che un hacker Hector Xavier Monsegur (nickname Sabu), ritenuto uno dei leader del gruppo LulzSec vicino a Anonymous e arrestato nei mesi scorsi dalla Fbi, abbia deciso di collaborare con la polizia federale statunitense. Oltre a denunciare alcuni hacker, Sabu ha anche sostenuto che tra Assange e Anonymous ci sono stati continui scambi di messaggi, arrivando a ipotizzare che le azioni hacker siano state pianificate anche da Assange.


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