by Editore | 17 Marzo 2012 14:55
La Corte d’appello, che dovrà decidere se confermare o meno il verdetto con cui i ministeri dei Trasporti e della Difesa sono stati condannati al maxi risarcimento, ha rinviato al 2015 il processo e deciso il congelamento della prima sentenza.
Il Dc-9 Itavia si è inabissato nel mare di Ustica il 27 giugno nel 1980: 81 le vittime. Lo scorso 10 settembre, dopo tre anni di dibattimento, una sentenza emessa dal Tribunale di Palermo (in cui si fa riferimento a un’azione di guerra nei cieli di Ustica) ha condannato i due dicasteri a risarcire 81 familiari. L’accusa: non avere garantito la sicurezza del volo e avere negato a chi la chiedeva la verità sul disastro. Il verdetto è stato impugnato. E secondo la corte l’impugnazione, non essendo manifestamente infondata, richiederebbe ora un’accurata valutazione. A far pendere la bilancia per la sospensione dei risarcimenti c’è poi — scrive il collegio presieduto da Rocco Camerata Scovazzo — «la considerevole entità della somma oggetto della condanna». Recuperarli dalle parti sarebbe difficile. E comunque, lo Stato avrebbe un grave danno dall’adempimento. «La sospensiva è in un certo senso comprensibile vista l’estrema importanza della somma», commenta Daniele Osnato, legale di 68 degli 81 famigliari. «Quello per cui davvero ci rammarichiamo è il rinvio del processo al 2015».
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