Una Storia messa in linea

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L’accordo, che porterà  nelle casse della fondazione più di un milione di dollari, può essere considerato l’avvio di un progetto che dovrebbe portare, da qui a pochi anni, tutto l’archivio su Interet. Fondamentale, per il «Nelson Mandela Memory Centre», era la gratuità  dell’accesso al materiale: vincolo che Google si è impegnata a rispettare. 
I materiali che saranno resi pubblici sono 1900 documenti. Molti testi, foto e filmati riguardano la vita di Mandela prima dell’arresto. Sono lettere inviate ai familiari, appunti sparsi, foto. La parte più interessante riguarda però gli anni della pigionia. C’è una sorta di diario che il leader anti-apartheid ha tenuto nel corso degli anni, missive ricevute da altri prigionieri politici o di telegrammi inviati a Mandela da personaggi politici del SudAfrica all’opposizione dell’allora regime segregazionista di Johannesburg. Tra le foto, oltre a quelle che ritraggono Mandela nella prigione di Robben Island, ce ne sono altre che testimoniano di incontri che il primo presidente «nero» del Sudafrica assieme a Yasser Arafat o a Geddafi. Oppure a video dove compare Desmond Tutu che commenta l’annuncio della liberazione di Mandela. 
Il materiale non contiene contenuti sconvolgenti, ma secondo il «Nelson Mandela Memory Centre» aiuterà  alle nuove generazioni a comprendere meglio come funzionava il regime dell’apartheid.


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