Un partito in vendita 250 mila sterline per vedere Cameron

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LONDRA — Come al suk. Solo che la bancarella è l’elegante ufficio nel centro londinese di quel miliardario di Peter Cruddas che raccoglie fondi per i conservatori e che è il novantesimo uomo più facoltoso del Regno Unito. Come al suk. Solo che, anziché un abile mercante arabo di tappeti, c’è un signore in completo blu e candida camicia bianca, inglese purosangue, il tesoriere dei tory, lo stesso Cruddas, che vende cene private con la «premier league» del partito, dal numero uno David Cameron al cancelliere George Osborne, dal ministro degli esteri William Hague al ministro dell’educazione Michael Gove, e promette grandi fortune negli affari a quanti verseranno 250 mila sterline nelle casse della forza che governa il paese. Infine, come al suk. Solo che non ci sono contanti da maneggiare ma conti da attivare nel paradiso fiscale del Liechtenstein e da passare in terra britannica.
Ecco il suk del finanziamento occulto alla politica londinese: la compravendita degli incontri ravvicinati con i leader massimi. Ed il nuovo scandalo che mette in apprensione Downing Street. Esploso per merito di un paio di giornalisti del Sunday Times che, curiosi di capire le tortuose strade dei soldi ai partiti, si sono camuffati da rappresentanti di un gruppo del Medio Oriente intenzionato a versare un contributo ai Tory. Allora, hanno reclutato Sarah Southern, ex collaboratrice di David Cameron riciclatasi come lobbista, e tramite le buone conoscenze della signora sono arrivati alla cassaforte dei conservatori nonché all’uomo che la custodisce. Fissato l’appuntamento, si sono muniti di cinepresa, hanno registrato e poi pubblicato il documento su internet.
Fare cascare Peter Cruddas non è un’impresa da poco. E la sua storia ne spiega la ragione. Era un ragazzo povero di Hackney, il sobborgo al Nord di Londra, non ha finito le superiori, eppure da umile boy scout è divenuto banchiere della City e la sua fortuna supera oggi il miliardo di sterline. Conosce le regole del fai da te e della gavetta. Nessuno lo ha preso mai in castagna. Questa volta, forse per eccessiva confidenza nell’impunità , è scivolato. Trascinando nella figuraccia Downing Street.
Perfetta la trappola dei due reporter: si presentano chiedendo quale è il modo migliore di avvicinare i vertici tory e di poterli finanziare. E lui per due ore spiega i segreti del sistema. Innanzitutto, se un sovvenzionatore «desidera essere preso seriamente in considerazione» deve versare almeno 250 mila sterline, cifra che gli «dà  accesso alla premier league», il circolo esclusivo dei conservatori, il che significa cene nella residenza privata del premier a Downing Street con la presenza della consorte Samantha e cene con il cancelliere dello scacchiere o con ministri vari. «Il partito racimola 5 milioni di sterline all’anno vendendo serate con Cameron», ammette Peter Cruddas.
Ed è chiaro che non si alzano i calici per brindisi allegri ma inutili. «Le porte del business si aprono» per i generosi amici, afferma candidamente il tesoriere miliardario, e ogni domanda è ammessa per «ottenere informazioni chiave» sugli affari che stanno a cuore e «che potete utilizzare» al meglio. I fondi, incalzano i giornalisti in incognito, vengono dal Liechtenstein e sono vietati i flussi dall’estero ai partiti. Nessun problema. «Si fonda una società  nel Regno Unito e si versa la donazione». Facile aggirare gli ostacoli. 
Guai a non finire per i tory: da Murdoch a Cruddas. Il tesoriere si è dimesso. David Cameron è imbarazzato e ha ordinato un’inchiesta nel partito. Già . Ma come giustifica il suk delle cene a Downing Street?


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