Tolosa in piazza «assieme», Sarkozy va al blitz elettorale

by Editore | 24 Marzo 2012 19:23

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I cittadini si riuniscono nelle piazze, per dire «no» alle derive razziste, antisemite e antimusulmane, mentre i politici si scontrano con parole violente e la polemica gonfia, anche a livello internazionale, sulle modalità  dell’intervento del Raid a Tolosa contro l’assassino Mohamed Merah e sulle «faglie» dell’inchiesta che non ha permesso di individuarlo prima che portasse a termine la sua follia omicida. Ieri, c’è stata una manifestazione a Tolosa, in solidarietà  con le vittime contro tutti gli «amalgami» che vengono fatti, per «vivere assieme» con «eguaglianza, pluralità , dignità ». Domenica pomeriggio, ci sarà  a Parigi una marcia silenziosa, da République a Bastille, per dire no al razzismo.
La campagna elettorale è ripresa, con toni violenti. Sarkozy ha mandato avanti le sue truppe, per accusare preventivamente i socialisti di voler sabotare ogni lotta al terrorismo, mentre Bernadette Chirac, moglie dell’ex presidente, ha affermato che Hollande «è un uomo cortese, ma non ha la stoffa da presidente». Sull’onda dei fatti, giovedì, nemmeno due ore dopo l’assalto all’abitazione dove si era asserragliato l’assassino, Sarkozy ha proposto la sua versione del Patriot Act alla francese. Il primo ministro Franà§ois Fillon ha detto ieri che il governo si sarebbe applicato «senza attendere» a mettere in opera «gli orientamenti» del presidente. Fillon prevede di preparare dei testi da far passare in consiglio dei ministri entro 15 giorni, «per poi far adottare la legge», che trasforma in reato penale la consultazione di siti Internet estremisti e i viaggi all’estero con lo scopo di «indottrinamento», dalla nuova Assemblea che uscirà  dalle legislative di giugno. Il parlamento è sospeso a un mese dal primo turno, ma potrebbe riaprire per l’emergenza. Ma i socialisti rifiutano di votare nella precipitazione un testo di legge considerato «inutile», perché ritengono che gli strumenti per reprimere l’estremismo esistano già  e che non sia il caso di «abbandonare i nostri valori» nell’emergenza.
La destra parte all’attacco e mette le mani avanti per prevenire le critiche sulle modalità  dell’intervento e sugli errori dell’inchiesta. Ieri, l’operato del Raid è stato persino criticato da un super-gendarme, Cristian Proteau, fondatore del Gign, un’unità  d’élite, che sostiene che Mohamed Merah avrebbe potuto esser preso vivo e in meno tempo, con un’azione diversa, facendo ricorso all’uso di gas per neutralizzarlo. Per Synergie, sindacato dei poliziotti, Prouteau è solo «acido e ambizioso». Bernard Squarcini, capo dei servizi molto vicino a Sarkozy, afferma che «non avremmo potuto andare più in fretta». Claude Guéant, ministro degli interni, ha rivelato che è stato Sarkozy in persona a chiedere di prendere tempo e a rifiutare che l’assalto fosse realizzato nella notte di mercoledì. Critiche molto acide all’operato del Raid sono arrivate da Israele. Alik Ron, ex capo dell’unità  di intervento della polizia israeliana e delle forze speciali dei paracadutisti, si è chiesto: «Si aspettano 30 ore quando non ci sono ostaggi?». Per Ron, «tutta l’operazione sembra una dimostrazione di stupidità ». 
Dei dubbi sull’inchiesta sono stati espressi anche a destra, in particolare dopo Alain Juppé (esteri) anche dal ministro della difesa, Gérard Longuet, che ha ammesso: «Abbiamo perso un tempo considerevole, perché alcuni si sono focalizzati sull’estrema destra, bisognava invece cercare in tutte le direzioni». In queste ore viene messa sotto accusa la riforma dei servizi segreti voluta da Sarkozy, che ha unito le strutture «interne» ed «esterne», rendendole meno efficaci, dicono i critici, soprattutto in provincia. Ma per Squarcini, Mohamed Merah «non aveva gli attributi esterni dello jihadista», non avrebbe potuto essere arrestato prima. Eppure, era stato interrogato in Francia dall’antiterrorismo dopo i viaggi in Pakistan e Afghanistan ed era nella «lista nera» degli Usa, dove non poteva entrare. 
L’inchiesta prosegue per capire come Merah sia diventato un estremista e dove. Ieri lo stato di fermo della madre, del fratello e della sua compagna è stato prolungato fino allo scadere dei termini legali, domenica. Gli inquirenti cercano di scoprire se c’erano dei complici, se Merah faceva parte di una rete o era un lupo solitario, come è stato detto finora.

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