Test allergici, tre indagati Maxi sequestri del farmacoIl ministero: portare ai Nas il dolcificante preso su eBay

by Editore | 26 Marzo 2012 8:10

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Si difendono, più o meno, così i due medici, Ruggero Spinazzola e Mauro Pappagallo, accusati di omicidio colposo per la misteriosa morte di una ragazza cui hanno fatto ingerire sorbitolo, forse contaminato, acquistato via Internet (con l’aiuto di un conoscente, anche lui indagato solo per questo. 
Sono loro i primi tre indagati per la morte di Teresa Sunna, ventinovenne, avvelenata dal test per le intolleranze alimentari. Mentre sono scattati sequestri e controlli nel Nord Italia ed è partita una corsa contro il tempo per accertare quale veleno ha ucciso Teresa, chi ha contaminato quel sorbitolo del test, e, nel caso come si teme si tratti di una partita avvelenata, fermarne la somministrazione prima che uccida ancora. Ammesso che non lo abbia già  fatto. Sono in corso approfondimenti sul caso di una morte che assomiglia molto a quella di Teresa. «Stiamo seguendo diverse piste e non ne escludiamo nessuna. Ma soprattutto si cercano le cause dell’alterazione del prodotto», spiega Santa Mennea, vicequestore aggiunto che coordina le indagini condotte dalla squadra investigativa di Barletta, con il supporto dei Nas. 
Il primo passo sarà  dunque individuare oggi, durante l’autopsia di Teresa, la sostanza letale, che stava per uccidere anche Anna Abrescia, di 35 anni, di Altamura e Addolorata Piazzolla di 62 anni, di Margherita di Savoia. Entrambe, contemporaneamente a Teresa, hanno ingerito il sorbitolo, ma a differenza della ragazza lo hanno subito rimesso. Lei invece è passata dal coma all’arresto cardiaco. Il tentativo dei due medici di rianimarla ha ritardato la somministrazione dell’antidoto che ha salvato le altre due pazienti. 
Ora si è risaliti alla azienda produttrice della sostanza che è in provincia di Rovigo dove è scattato un maxi sequestro, compiuto anche a Mantova, di mille tonnellate. Poi si risalirà  all’azienda inglese che acquistava il prodotto all’ingrosso, lo confezionava e lo reimmetteva sul mercato di tutta Europa.
Per questo il pm Michele Ruggiero, titolare dell’indagine, ha coinvolto il ministero della Salute per lanciare l’allerta internazionale. E il sottosegretario Elio Cardinale lancia un appello a tutti i medici che abbiano acquistato quell’integratore su eBay: «Serve un po’ di cautela. Meglio sospendere la somministrazione di queste sostanze che, ricordo, è vietato comprare via Internet». I medici indagati sostengono che essendo un integratore e non un farmaco fosse lecito acquistarlo. Non è così? «No, perché è comunque una sostanza riconosciuta dalla farmacopea italiana. Già  è discutibile la validità  scientifica di questo tipo di test, ma è sicuramente pericoloso affidarsi a Internet. Sia per gli acquisti sia per le informazioni cui ricorrono troppo spesso i pazienti».

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