Suu Kyi sta male, comizi annullati

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Così quando è arrivata a Myeik, città  portuale che si affaccia sul Golfo del Bengala, sfibrata dal lungo viaggio in battello sotto il caldo opprimente dell’estate del Sud-Est asiatico, Suu Kyi, secondo quanto riferito dal suo medico personale Tin Myo Win, ha potuto soltanto salutare i sostenitori assiepati da ore in attesa di ascoltare le sue parole in vista delle elezioni suppletive del prossimo 1° aprile. Daw Suu, la Signora, come è chiamata in Birmania, è subito rientrata nella sua villa di Rangoon. Nelle settimane scorse, era già  apparsa stanca, tanto che all’inizio di marzo aveva dovuto interrompere un discorso a Mandalay, sempre a causa di un malore improvviso. Ieri, una volta rientrata a Rangoon, è apparsa piuttosto provata, limitandosi a confermare di «non stare bene»: si trova nella sua casa, «sotto flebo, e ha bisogno di almeno una settimana di riposo», ha poi spiegato il suo medico. E l’indicazione è stata confermata da un portavoce della Nld (la Lega nazionale per la democrazia), Kyi Toe, secondo il quale la leader «deve riposarsi e non sottoporsi più a lunghi spostamenti», come quello che nei prossimi giorni l’avrebbe portata nella regione centrale del Magway, una delle roccaforti del suo partito. 
La brusca interruzione della campagna ha peraltro allarmato i suoi migliaia di sostenitori, accorsi in massa davanti alla casa di Suu Kyi per manifestare, ancora una volta, la propria fedeltà  alla leader. La sua candidatura, tuttavia, non sembra essere in pericolo: Suu Kyi è data favorita per uno dei 45 seggi che il suo partito, la Nld, contenderà  all’Unione per la Solidarietà  e lo Sviluppo, la formazione politica vicina agli ex membri della giunta militare che ha tenuto il potere fino alla recente «transizione democratica». Il voto è visto come un test cruciale per verificare l’attendibilità  delle aperture annunciate dal governo che, per la prima volta dal 1990, ha permesso il ritorno in politica di Aung San Suu Kyi.


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