by Editore | 21 Marzo 2012 7:40
E mentre il 20% del traffico non umano è «benigno», secondo la ricerca il 31% è potenzialmente «maligno». La fonte si chiama Incapsula, società che fornisce servizi di sicurezza a chi utilizza il cloud computing, cioè la rete di server collegati in giro per il mondo. E ha qualche interesse a drammatizzare.
Ma sarebbe un sospetto fuorviante. Così come ci porterebbe fuori strada mettere in un unico calderone cose molto diverse. Per esempio il cosiddetto «Internet delle cose» (dotare di «intelligenza» e connessione online oggetti «stupidi» come il frigorifero) e, sul piano opposto, gli automatismi di spamming che intasano le nostre caselle di posta elettronica.
Forse non è il caso di trarre dalla ricerca la solita conclusione banal-fantascientifica: le macchine che prendono il sopravvento sull’uomo come nei film di James Cameron. Ciò che in realtà emerge è meno suggestivo ma non meno importante: l’automazione industriale dei processi informativi, già realizzata su base locale dalle reti informatiche, è passata al livello globale, gestendo database molto più grandi. In un certo senso si è anche pericolosamente «democratizzata»: pensiamo ai programmi di trading automatico che permettono a chiunque di «giocare in Borsa», contribuendo ai suoi micidiali ottovolanti. La novità insomma è l’uso sempre meno rudimentale che sempre più utenti fanno della Rete, lasciando alle macchine il «lavoro sporco». Certo: tra di loro ci sono anche i banditi.
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