by Editore | 28 Marzo 2012 4:56
Le voci sono sempre le stesse: le trattenute addizionali Irpef degli enti locali, ma sono tutte in salita (alcune già da gennaio). Con l’arrivo di marzo hanno raggiunto il primo picco, sono entrate tutte in azione, almeno là dove potevano. La mini stangata di marzo è dunque arrivata puntuale su stipendi e pensioni, limati dalle imposte. Ci potrebbero essere due o tre voci tutte in crescita: l’addizionale regionale, il saldo di quella comunale per il 2011 e l’acconto di quest’ultima sul 2012. Una giostra di rincari, che è appena cominciata. È aumentata l’aliquota base regionale, che passa dallo 0,9 all’1,23, se non è già scattata. Un piccolo salasso deciso a dicembre dal Salva-Italia sui redditi del 2011, un’imposta che dunque colpisce retroattivamente. È come se si dovesse saldare un debito calcolato sui guadagni dell’anno passato.
Tranne gli esenti (pensionati e dipendenti), tutti i lavoratori da Nord a Sud, avranno l’aumento in busta paga. Certo saranno pochi o tanti euro, a seconda del reddito. «Poca roba… al max saranno una quindicina di euro, ma se smetto di mangiar gomme americane ci rientro», scrive infatti alieno67, nel forum lanciato da Repubblica. it. Il conto finale però sarà salato. Quella di marzo è la prima trattenuta di un “debito” diviso in undici rate. L’aumento varrà mediamente 76 euro, secondo un calcolo fatto dal Servizio politiche territoriali della Uil, il che porterà l’addizionale regionale Irpef a 371 euro per una famiglia media.
Il “peso” dell’imposta dipende anche dal reddito dei singoli. I lavoratori che non guadagnano più di 8.030 euro sono esenti, come i pensionati a basso reddito (fino a 75 anni e con un assegno da 7.535 euro, oltre i 75 anni per un importo sino a 7.785 euro). Situazioni difficili quelle, perché basta un salario da 1.200 euro che l’imposta ne varrà 51 l’anno e con 3.200 euro al mese l’Irpef regionale arriverà a 137 euro l’anno. Con 1.700 euro si pagherà 73 euro e 94 con 2.200. Qualcuno lo ha già sperimentato: «Io ho trovato 60 euro in meno su uno stipendio già da fame», scrive Dimaruma su Repubblica. it.
Uno scalino più in basso o più in alto sul cedolino della pensione o dello stipendio c’è l’Irpef comunale per la quale sulla busta paga di marzo è prevista la prima trattenuta in acconto (30%) sui redditi del 2012. Un piccolo salasso per un’aliquota che può arrivare fino allo 0,8%, ma che non tutti i Comuni hanno adottato. Ci sono anche enti locali che hanno aliquota zero, per cui la stanghetta dell’imposta non scatterà , altri uno 0,2 e via dicendo. La differenza col passato è che da agosto hanno avuto il via libera per salire fino allo 0,8%. E probabilmente molti lo faranno, visti i tagli al bilancio arrivati dal governo centrale. Alcuni lo hanno già annunciato. D’altra parte hanno tempo fino a giugno. Fino ad ora sono 301 i comuni che si sono adeguati all’insù, tra cui 7 capoluoghi di provincia (Chieti, Agrigento, Brascia, Catanzaro, Teramo Viterbo, mentre Ferrara ha adottato aliquote comprese tra lo 0,6 e lo 0,8 a seconda del reddito). Terza voce è il saldo dell’addizionale comunale del 2011, anch’essa divisa in undici rate. «Sulla busta paga ho avuto 6 euro in più per l’addizionale regionale e 3 per quella comunale», è il post di un lettore su Repubblica.it. Ma tante sono anche le voci critiche: «non mi sembra un gran salasso. Considero salassi invece le spese dovute a mancati servizi, quelle che ci obbligano a spese private che un cittadino di Berlino o di altre città europee non ha». Amaro il messaggio di mrs3: «Ho visto la busta paga e ho pianto, simbolicamente, su quanto resta di quello che un tempo era uno stipendio».
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