Sarkozy, Hollande: «Tutti colpiti, dolore e solidarietà »

by Editore | 20 Marzo 2012 7:51

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Nicolas Sarkozy alle 11,30 era a Tolosa, di fronte alla scuola, con il ministro dell’Educazione nazionale, Luc Chatel e delle personalità  della comunità  ebraica. Il presidente ha promesso che sarà  «fatto tutto per arrestare l’assassino» e ha invitato a «non cedere di fronte al terrore, l’odio non può vincere, la Repubblica è più forte di tutto ciò». Per Sarkozy la reazione deve essere il «dolore, la solidarietà , la calma e la fiducia nelle istituzioni repubblicane». 
Per Sarkozy, come per Hollande, è tutto il paese che è stato colpito, non solo la comunità  ebraica. Ieri sera, Sarkozy e Hollande erano entrambi presenti alla cerimonia che ha avuto luogo in una sinagoga di Parigi. Hollande, che si è recato nel primo pomeriggio a Tolosa assieme a Yossi Gal, ambasciatore d’Israele in Francia, ha fatto appello a «ciò che la Repubblica ha di più grande e di più forte, l’unità » per reagire con solidarietà  di fronte a un attacco «antisemita». Il candidato socialista ha annullato il suo intervento su Canal+ in serata. Marine Le Pen, in «segno di compassione e solidarietà » ha annullato la serata elettorale su France 2, dove era invitata assieme alla candidata verde Eva Joly e al socialista Arnaud Montebourg. Il Csa, il Consiglio superiore dell’audiovisivo, ha annunciato la sospensione del conteggio del tempo di parola dei candidati che da oggi deve essere esattamente alla pari tra tutti e dieci i postulanti, quando si esprimeranno sul dramma di Tolosa. Sulla messa tra parentesi momentanea della campagna elettorale non è invece d’accordo il centrista Franà§ois Bayrou, che non ha annullato il meeting di ieri sera a Grenoble. «È proprio in un momento come questo – ha affermato – che bisogna parlare tra noi di cos’è la Francia, dei nostri valori e dei drammi che esplodono nel nostro paese». Sarkozy, invece, ha annullato la presenza al tg 19/20 di France 3.In precedenza, ha convocato una riunione d’emergenza all’Eliseo. 
Molti messaggi di solidarietà  e di preoccupazione sono venuti dall’estero. In particolare da Israele, da cui proveniva il professore franco-israeliano, assassinato assieme a due dei suoi figli, e dove sono state organizzate varie cerimonie di ricordo e omaggio alle vittime. Mario Monti ha denunciato «l’antisemitismo, la xenofobia, l’intolleranza, totalmente estranee ai valori dell’umanità  intera» ed ha espresso «profonda indignazione». Il ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle, si è detto «profondamente shoccato». José Manuel Barroso, a nome della Commissione che presiede, ha voluto «condannare il crimine odioso ed esprimere tutto l’orrore che ci ispira questa violenza cieca. Niente è più intollerabile che l’assassinio di bambini innocenti». Gli Usa condannano «l’orribile attentato». 
Per Joseph Sitruk, ex Grande Rabbino di Francia, è «un enorme conforto avere tutti attorno a noi». Richard Pasquier, presidente del Crif (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia) ha parlato di «tragedia nazionale, non solo della comunità  ebraica». Per Pasquier, «sfortunatamente la comunità  ebraica e le sue istituzioni, scuole, sinagoghe, edifici che le appartengono devono ricevere la sorveglianza della polizia, ci dispiace ma è necessaria». 
L’attentato riporta in primo piano nella campagna francese la questione della sicurezza, che era rimasta ai margini, poiché le principali preoccupazioni sono la disoccupazione, la crisi, il fisco, la scuola. Nel 2002 il volto tumefatto di un pensionato vittima di un’aggressione aveva invaso gli schermi tv a pochi giorni dal primo turno. Questo fatto di cronaca aveva contribuito alla sorpresa del primo turno, quando il socialista Lionel Jospin era stato eliminato e Jean-Marie Le Pen era andato al ballottaggio contro Jacques Chirac.

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