Quella sposa spaccata in due

by Editore | 5 Marzo 2012 8:05

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Attualmente almeno una metà  della Russia è degna di Vladimir Putin, e lui è degno di questa metà  del Paese. Le nostre elezioni presidenziali assomigliano a un matrimonio. Putin si è preparato, ha dato al proprio volto un aspetto giovanile, ha scritto o si è fatto scrivere sette articoli con le promesse per la sua sposa, la Russia: di esserne difensore, patrono, comandante in capo e fratello. Alle nozze ha invitato i suoi fan dalle varie regioni della Russia e ha promesso loro di farli mangiare e bere in abbondanza, e a sbafo. C’è solo un problema: la sposa si è spaccata in due. Una parte di essa – in sostanza, la metà  inferiore – fatta di operai, di soldati, di lacchè, la parte più corrotta, menefreghista, e, per dirla tutta, senza un’istruzione superiore, attende con ansia il suo sposo ed è pronta a concedersi a lui, se non per sempre, almeno per i prossimi sei o addirittura per i prossimi dodici anni. Chissà  che figli potranno nascere da questa unione. Non è chiaro nemmeno se questa sposa potrà  generare qualcosa di degno. Ma il suo sposo le ha promesso mari e monti, e fa finta di credere lui stesso alle sue promesse. Egli difenderà  questa metà  inferiore della Russia dagli americani, e non permetterà  che essi la disonorino.
La farà  voltare verso l’Asia e le dirà  che laggiù, dentro delle scatole cinesi, ci sono i suoi nuovi gioielli. Se lei avrà  una crisi, lui la prenderà  per un lembo del vestito e con le sue mani le applicherà  gli impiastri sulle ferite e le sanguisughe. E poi, l’amerà  ardentemente, perché i due sposi condividono le stesse inclinazioni. Naturalmente, lui come ogni uomo le terrà  nascosto qualcosa: magari il suo reddito e alcuni degli amici che compongono il suo inner circle, che lo aiutano con il petrolio e con il gas, ma che non amano farsi notare. Putin spiegherà  alla sua sposa perché Khodorkovskij deve restare in prigione; eppure non escludo che per la gioia lo sposo si mostrerà  più accondiscendente con Khodorkovskij e dal Nord lo farà  trasferire in un carcere sul Mar Nero. 
Ma come dovrà  comportarsi con la metà  superiore della sua sposa, con quella Russia che lo scorso inverno è insorta contro di lui, non ha voluto sposarlo per la terza volta ed è fuggita dall’altare? Per lo sposo è stato un terribile choc. La metà  superiore non sono i compagni di potere di Putin, anche se persino tra i suoi sodali si è delineato uno scisma. La metà  superiore è la parte illuminata della società  russa: scienziati, giornalisti di rilievo, scrittori, attori, registi, stelle del pop. Ovviamente, anche tra di loro Putin ha trovato qualche sostenitore, e si fa bello del loro appoggio: di certo li saprà  generosamente ricompensare della loro fiducia. Ma l’opinione diffusa tra l’intelligencija è un «no». E le decine di migliaia di giovani che sono scesi in piazza per manifestare rappresentano anch’essi un chiaro “no” indirizzato a Putin. 
Beh, dirà  Putin tra sé e sé, questa gente ha perso la testa per i valori dell’Occidente e si è venduta all’Europa. Ma così dicendo non si accorgerà  che questi valori noi non li abbiamo importati. Sono sempre stati i valori della nostra cultura, da Pushkin a Malevich, da Cechov a Schnittke; è l’Occidente, piuttosto, ad aver importato i nostri valori russi, i valori della nostra cultura, e non il contrario. 
Comunque sia, la sposa si è spaccata in due metà . E queste metà  ormai non si possono più incollare. Si potrebbe fare un tentativo, ma come? Si potrebbe costringere la metà  superiore della sposa a prendere Putin per marito. Mettere in prigione qualcuno degli oppositori più agguerriti, spedire qualcun altro all’estero a soggiornarvi a tempo indeterminato, e la metà  superiore della sposa scoppierebbe in lacrime, disperata: è terribilmente triste restare zitelle per dodici anni. 
Io augurerei a questa parte della sposa e a Putin di instaurare un dialogo, così da poter diventare, se non marito e moglie, almeno due tranquilli parenti, che anche se non si amano, almeno non fanno a botte. Non abbiamo bisogno di una guerra civile. Non abbiamo bisogno di sconvolgimenti epocali: la Russia negli ultimi cent’anni se n’è giustamente stancata. Abbiamo bisogno di dialogare tranquillamente intorno a un tavolo. Credo che la metà  superiore della sposa su questo sia d’accordo. È una ragazza colta, sorridente, ironica. Non ci prenderà  in giro. 
La metà  inferiore della sposa sarà  fedele fino alla fine del mandato? Non finirà  per sciogliersi come un gelato, non darà  ragione alla metà  superiore? Bisogna tenerla ben d’occhio – potrebbe combinare qualcosa di scandaloso, come una rivoluzione tutta sua, in stile nazionalistico. Questa parte dirà : «Non mi somigli abbastanza! Datemi un contadino russo con un bastone in mano!». 
Putin è in mezzo tra le due metà  della sposa. Si sta provando l’abito nuziale, si sta mettendo un fiore all’occhiello. Putin si sposa. Viva gli sposi!
*(trad. Mirella Meringolo)

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