Quei massacri umanitari e le industrie di armi

Loading

Se c’è qualcuno che si è avvantaggiato realmente di queste operazioni squisitamente belliche sono stati l’industria militare statunitense, quella planetaria e i talebani.
Le vittime di queste guerre ancora una volta sono stati, quasi esclusivamente, civili innocenti. L’ ultimo episodio di un militare «impazzito» che ha massacrato 16 civili afghani nel sonno è stato definito dall’amministrazione americana: «un atto inspiegabile», qualcun altro avrà  sicuramente pensato di definirlo: «una tragica fatalità », come il rogo delle copie del Corano, come l’urinare sui «cadaveri nemici», come le migliaia e migliaia di civili fatti a pezzi per «errore» o perché scambiati per terroristi.
Il giornale britannico The Guardian mercoledì scorso ha riportato il seguente commento del Generale statunitense Stanley McChrystal, già  comandante delle truppe Nato in Afghanistan: «Abbiamo ammazzato un impressionante numero di persone, ma a mia conoscenza, di nessuna di esse si è provato che costituisse una minaccia».
Le guerre di oggi sono questo: massacri, crimini e torture. Ogni riferimento ad Adolf Hitler per giustificarle è un’offensiva idiozia. Ieri come oggi ci sono altri mezzi per fermare tiranni e tirannelli, a patto di scontentare i fabbricanti di armi.


Related Articles

Una fatwa sugli stupri Così lo Stato Islamico disciplina la schiavitù

Loading

Le «regole» prescrivono come abusare delle prigioniere. «È un tentativo, aberrante, di istituzionalizzare l’orrore »

“ Lasciateci celebrare il Ramadan ” I bambini di Gaza contro l’assedio

Loading

Una catena umana di bambini, con le lanterne in mano dietro a un cartello che è un grido di dolore: “Celebreremo il Ramadan nonostante l’assedio”

La doppia sconfitta di al Qaeda

Loading

Le opinioni del sociologo dell’Islam Renzo Guolo, e del professor Fuad Allam

Prima di venire militarmente colpita con l’eliminazione del suo leader storico, al Qaeda è stata politicamente messa fuori gioco dalle rivoluzioni democratiche del mondo arabo.
Per il presidente Obama, che dopo l’uccisione di bin Laden ha parlato di “un mondo più sicuro”, si apre ora la possibilità  di uscire dall’Afghanistan come vincitore e più in generale di chiudere la decennale fase storica di una politica estera americana basata sulla guerra globale al terrorismo, per aprirne una nuova incentrata sui processi rivoluzionari dei paesi arabi del Nord Africa e del Medio Oriente. Abbiamo chiesto un’opinione al professor Renzo Guolo e al professor Fuad Allam.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment