“Presto per una first lady bianca” De Niro fa arrabbiare Michelle
NEW YORK – L’America del primo presidente nero è pronta per un’altra first lady bianca? Sicuramente non è pronta a scherzarci sopra. No, a quei bravi ragazzi dei repubblicani la battuta di Robert De Niro non è andata giù. E il divo di Taxi Driver ha dovuto inchiodare in un testacoda che la dice lunga sulla campagna presidenziale più infervorata degli ultimi vent’anni. Povero Bob: cornuto e mazziato. Aveva messo a disposizione la “Locanda Verde” di New York, ultimo nato dei ristoranti di famiglia, per raccogliere fondi per Michelle & Barack. Ma perfino la signora Obama, lì presente, si è scandalizzata: dichiarando «inappropriata», lei garante super partes, la battuta.
Sul razzismo, si sa, non si scherza: da destra o da sinistra. «Callista Gingrich, Karen Santorum, Ann Romney», aveva elencato maliziosamente Bob: «Ma davvero pensate che il paese sia pronto per una first lady bianca?». Giù risate. E lui: «Troppo presto, no?». Il primo a tuonare è stato Newt Gingrich. Al pretendente ormai distanziato da Rick Santorum e Mitt Romney, trionfatore alle primarie di Chicago, non dev’essere sembrato vero rimettersi in mostra. «A nome di mia moglie, ma anche di Karen Santorume di Ann Romney, lasciatemi dire che De Niro sbaglia. Il paese è pronto per una nuova first lady: e lui non può ridurre tutto questo in termini razzisti». Non basta. Obama, aggiunge Newt, «ora dovrebbe scusarsi»: per la battuta di un attore? Per carità , il bianco che dà razzista al nero non è una novità . Ricordate Glenn Beck? Sì, proprio l’urlatore tv dei Tea Party: anche lui aveva accusato di razzismo Barack Obama «perché odiava i bianchi». La tragedia è che la polemica sul razzismo all’incontrario impazza proprio mentre l’America si divide su un caso vero. I difensori dei diritti civili sono insorti per l’uccisione di Trayvor Martin: il sedicenne incensurato e disarmato ammazzato in Florida da un vigilantes che reclama legittima difesa. Un delitto che rimanda agli orrori di Emmett Till: l’assassinio che negli anni 50 diede il via alle battaglie antisegregazione. Ma figuratevi se i repubblicani hanno mosso un dito nel caso della Florida: tutti invece a dare del razzista al Taxi Driver. Tutti tranne la controversa commentatrice di destra Ann Coulter: «Dove sarebbe l’offesa?», ha twittato la signora. E poi, tanto per non perdere l’allenamento: «È sempre una cattiva idea imitare i liberals». Colpevoli, naturalmente, di sentirsi troppo spesso offesi dai veleni della destra.
E Bob? Alla fine il divo, sposato fra l’altro con una donna nera, s’è scusato: «Era solo un scherzo e non volevo mettere in imbarazzo nessuno: soprattutto la first lady».
Traduzione: chi se ne frega delle signore Romney, Santorum e soprattutto Gingrich. A proposito: proprio ieri un sondaggio del Wall Street Journal ha rivelato che tra le donne Usa, offese dalla campagna antifemminista dei repubblicani, le mogli dei candidati sono più popolari di lorsignori. Insomma l’America – checché ne dica De Niro – potrà anche essere pronta per un’altra first lady bianca: è sui mariti che resiste ancora.
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