“Autostrade investe in Italia ma serve una politica industriale”

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ROMA – «Noi andiamo a recuperare risorse finanziarie sui mercati internazionali per investire in Italia. Siamo il primo investitore privato. È la nostra missione per aiutare il paese a superare i prossimi anni difficili». Giovanni Castellucci, classe 1959, ingegnere, è l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia e Atlantia, controllate dal gruppo Benetton, oltre diecimila dipendenti, quasi 4 miliardi di ricavi, 1,6 miliardi di investimenti. Mentre ragiona sulla crisi italiana, Castellucci prospetta un’altra via allo sviluppo rispetto a Marchionne. Dice che si deve puntare sull’Italia, che il problema non è la flessibilità  del lavoro quanto il peso del fisco e l’inefficienza della macchina statale. Poi – ma qui è d’accordo con il capo del Lingotto – che serve una «politica industriale». E l’articolo 18? «Non è un tema rilevante per noi. Noi creiamo occupazione attraverso la crescita, elaborando progetti e investendo risorse».
Cosa pensa delle critiche che il numero uno della Fiat Chrysler rivolge al nostro sistema?
«Che non mi piacciono le semplificazioni e le strumentalizzazioni. Il nostro paese ha molte realtà  difficili e molti casi di successo».
Ma non c’è anche una fuga dei Benetton dall’Italia? Vi state focalizzando sul mercato latino-americano, Brasile e Cile.
«Non è così. Per recuperare risorse sui mercati finanziari dobbiamo posizionarci come un’impresa globale. Ma destiniamo all’Italia oltre il 90% di quelle risorse. Questi sono fatti, non parole».
In Italia siete trattati con i guanti: il pacchetto liberalizzazioni vi ha graziati. Le nuove tariffe autostradali le fisserà  l’Authority dei trasporti, ma voi siete salvi fino al 2038.
«Non si può considerare un trattamento privilegiato quello che si traduce nel rispetto dei contratti. La certezza delle regole la chiede l’Europa tanto più di fronte a investimenti privati nelle infrastrutture. Anche il presidente Monti e il ministro Passera, che conoscono molto bene i mercati, insistono sul fattore credibilità  che vuol dire anche certezza delle norme».
Intanto avete già  aumentato le tariffe.
«È un meccanismo annuale che tiene conto dell’inflazione e dei nuovi investimenti. Va sottolineato che ogni euro di incremento tariffario finisce per finanziarne circa venti di investimenti. È un efficace moltiplicatore per lo sviluppo».
Siete favorevoli alla nuova Autorità ?
«La soluzione dell’Autorità  è del tutto legittima anche se non è molto diffusa a livello internazionale. Detto ciò è nostro auspicio avere un organo di controllo forte in grado di decidere con rapidità ».
Cosa pensa delle rivolta delle banche contro le liberalizzazioni?
«Non conosco a sufficienza la questione per poter dare un parere ponderato. Posso dirle, però, che noi ricorriamo quasi per nulla al finanziamento bancario. Ci finanziamo con i bond sui mercati: ce lo possiamo permettere perché abbiamo una dimensione adeguata e abbiamo conquistato credibilità . Nonostante il downgrading del paese e delle principali società  italiane abbiamo ancora il miglior rating al mondo nel settore delle infrastrutture stradali».
Un voto ai primi cento giorni di Monti?
«Non do voti, ma dico che le misure che ha adottato vanno nella giusta direzione».
Quanto ha inciso la crisi sulla vostra attività ?
«Nel 2011 c’è stato un calo del traffico dell’1,3%. Mi aspetto anche per il 2012 un andamento recessivo. Ma questo non metterà  in discussione l’accelerazione del nostro piano di investimenti in Italia: 20 miliardi entro il 2022 per potenziare 900 chilometri di autostrade».


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