by Editore | 18 Marzo 2012 15:16
ROMA – Ora si attende l’onda alta. I migranti sbarcati ieri potrebbero essere solo l’avanguardia, dietro di loro un esercito sarebbe pronto a imbarcarsi per l’Italia. A lanciare l’allarme è l’ultima relazione dei servizi segreti al Parlamento: con il persistere della crisi in Nordafrica c’è il rischio di «una riattivazione delle direttrici verso la Sicilia e la Sardegna, oltre a un consolidamento delle rotte egiziane e mediorientali verso Calabria e Puglia». E l’Unhcr conferma: «Fino a quando ci sono situazioni di tensione, dobbiamo attenderci un nuovo significativo arrivo di persone». L’Italia ha appena chiuso il bilancio del 2011: l’anno horribilis degli sbarchi (dopo la contrazione registrata nel biennio 2009/2010), con ben 62mila migranti sbarcati. A far paura è soprattutto la rotta tunisina, con oltre 30mila arrivi, tanto che di contrasto ai flussi migratori si è parlato anche al vertice del 15 marzo scorso tra il premier Mario Monti e il primo ministro tunisino, Hamadi Jebali. Il timore è che il 2012 porti una nuova ondata di arrivi, anche per il crollo del muro dei respingimenti in mare, dovuto alla recente bocciatura dell’accordo italo-libico da parte della Corte europea dei diritti umani.
«Lo scenario migratorio mediterraneo – si legge nella relazione dei servizi segreti al Parlamento, di fine febbraio scorso – sembra destinato a subire ulteriori evoluzioni, in quanto l’incertezza socio economica e l’anomia (mancanza di norme, ndr) persistenti nelle aree libiche e in quelle limitrofe offrono inediti spazi operativi a emergenti gruppi di trafficanti magrebini e centro-africani, interessati a intercettare i flussi di migranti provenienti dal Corno d’Africa e dalla regione sub-sahariana». Non solo. «Le reti di trafficanti già attive in territorio libico sfruttano le diverse rotte alternative di trasferimento sia verso la Tunisia e l’Algeria sia verso lo scacchiere anatolico-balcanico, consolidata area di transito dei flussi dall’Est». Da qui, il rischio di nuove ondate di sbarchi sulle coste di Sicilia, Sardegna, Puglia e Calabria. E ancora: «Il perdurare dell’instabilità nell’area mediorientale e arabica potrebbe compromettere ulteriormente la cornice di sicurezza di alcuni Stati (Siria, Libano e Yemen) innescando improvvise derive migratorie verso l’Europa, con conseguenti ricadute sullo scenario adriatico italiano». A preoccupare i servizi è sia «la direttrice anatolico-balcanica, che continua ad alimentare il flusso di clandestini diretti verso l’Italia», che quella dal Sud-Est asiatico, che si avvale «del forte attivismo in Italia di trafficanti indiani, afghani e pakistani». E di nuove possibili ondate parla anche Laura Boldrini, portavoce dell’Unhcr: «Fino a quando ci sono situazioni di tensione in aree come il Corno d’Africa le persone cercheranno un posto sicuro». Per questo «è importante che il centro di primo soccorso di Lampedusa sia messo in grado di funzionare».
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