by Editore | 5 Marzo 2012 8:47
PALERMO – In trentamila ai gazebo per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra. E i primi risultati delle primarie a Palermo raccontano una sorpresa: Rita Borsellino, candidata ufficiale di Bersani sostenuta anche da Sel e Idv, non sfonda ed è costretta a un testa a testa con il giovane emergente Fabrizio Ferrandelli, voluto dai “dissidenti” del Pd che appoggiano il governo Lombardo alla Regione. Buona prova, stando ai primi risultati, anche del “rottamatore” Davide Faraone, fedelissimo del sindaco di Firenze Matteo Renzi.
I primi dati sullo spoglio, che arrivano soprattutto dalle periferie, vedono in vantaggio Ferrandelli. Ma la partita, nella notte dello scrutinio, è ancora aperta. Di certo, la Borsellino – favorita della vigilia – non si è giovata del boom di votanti: i 31 seggi che hanno aperto alle 8 del mattino avrebbero dovuto chiudere i battenti alle 21, ma alle 22 c’era ancora gente in coda in molte zone della città . Una partecipazione che il Pd reputa «straordinaria». Hanno votato 10 mila elettori in più rispetto alle primarie del 2007: quando – in occasione delle ultime Comunali – si sfidarono Leoluca Orlando, Alessandra Siragusa e Giusto Catania i votanti furono 19.433. E l’affluenza è alta anche rispetto alle primarie dell’ottobre del 2009, quando per scegliere il segretario regionale del Pd votarono in 18.223.
La sfida a Palermo è tra tre diverse anime del Pd: c’è la coalizione incorniciata nella foto di Vasto che ha puntato su Rita Borsellino. Ci sono i “rottamatori” del sindaco di Firenze Matteo Renzi che hanno scelto il deputato regionale Davide Faraone. E, infine, c’è l’area propensa all’accordo con il Terzo polo, che vede al proprio interno ex diessini come il senatore Beppe Lumia e il capogruppo dei democratici all’Assemblea regionale siciliana Antonello Cracolici, e gli ex popolari della corrente Innovazioni. Questo è lo spezzone del partito che ha presentato una mozione di sfiducia al segretario Giuseppe Lupo, il principale sponsor – con Bersani – di Rita Borsellino.
La posta in gioco è alta e le primarie di Palermo sono state le primarie dei veleni. Con una campagna elettorale che ieri la Borsellino ha definito «dai toni scorretti». Da un lato le accuse di Davide Faraone al leader del Pd Pier Luigi Bersani che secondo il deputato, l’unico tesserato tra i concorrenti in campo e l’unico non sostenuto dal partito, avrebbero tentato di finanziare la campagna elettorale della Borsellino. Accuse smentite dal comitato dei garanti del Pd, che ha rigettato il ricorso di Faraone. Ad avvelenare il clima anche le denunce di inquinamento del voto da parte di votanti del centrodestra e dell’Mpa – il partito di Lombardo – e di immigrati portati ai seggi a bordo di pullman.
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