Premafin vicina all’accordo con le banche
MILANO – Quattro ore di riunione nella sede di Banca Leonardo, per fare il punto tra banche creditrici e Premafin, non sono bastate a raggiungere un accordo. Le linee guida del piano di ristrutturazione ci sono ma, secondo quando riportato dalle agenzie, nonostante l’accordo sia vicino restano nodi tecnici ancora da sciogliere. Senza contare che serve l’unanimità e che l’intesa deve essere poi sottoposta ai rispettivi comitati crediti delle banche coinvolte. Ma a quanto filtra, l’intesa di massima è più che vicina: i debiti della holding, circa 370 milioni, verrebbero per 150 milioni trasformati in un convertendo a tre anni sulla società post fusione (a quattro, tra Premafin, Fonsai, Milano e Unipol assicurazioni) e per i restanti 220 ci sarebbe invece la ristrutturazione del debito, da restituire in tre tranche di pari importo a partire dal 2016 (e per i due anni successivi).
Dunque, si va avanti ma non c’è ancora il disco verde. E anzi ieri Paolo Ligresti, stuzzicato dai cronisti, a proposito della compattezza della famiglia sul piano Unipol su Fonsai ha detto sibillinamente: «Non mi faccia parlare, soprattutto in questo momento e non faccia parlare me». Però al momento sul tappeto è sempre più in pista l’ipotesi della fusione a quattro con Unipol. Non esiste un piano B e non ci sono richieste da parte delle autorità di fare marcia indietro sulla fusione di Premafin con le società operative, hanno anzi fatto sapere fonti vicine al dossier, in ambito Fonsai. Tuttavia, non ci si aspetta una risposta «in tempi brevissimi» da parte delle Consob in merito al quesiti di esenzione dall’Opa.
Nel frattempo ieri sono andati avanti i lavori tecnici propedeutici alle due diligence, di Unipol sul gruppo Fonsai e viceversa. Si sono tenuti due tavoli, uno strettamente operativo e un altro invece che ha visto la partecipazione dei vari advisor che prendono parte all’operazione: dunque, Goldman Sachs per Fonsai (e Citi per gli amministratori indipendenti); Lazard per Unipol e Rothschild per la Milano assicurazioni. Chi le sta vivendo da vicino le definisce «riunioni di tipo procedurale» in un clima più collaborativo rispetto ai giorni precedenti. Nel frattempo però è stato accumulato un po’ di ritardo sulla già strettissima tabella di marcia: i punti fissi restano le date delle assemblee per gli aumenti di capitale, ma per i concambi la tempistica è un po’ più sfumata, così come per i consigli di fusione, per il momento previsti per fine aprile.
Sempre che non cambino nel frattempo le carte in tavola: a quanto risulta gli avvocati stanno ancora studiando se (e chi) deve considerare e approfondire l’offerta alternativa di Sator e Palladio. Tra l’altro un paio di banche almeno (si fa il nome di Ge e di Cariparma) sarebbero tentate dall’idea di verificare il piano delle due finanziarie; magari attraverso Unicredit, banca agente per il pool di istituti.
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