Pirelli alza gli obiettivi 2012 e vola in Borsa

by Editore | 13 Marzo 2012 7:40

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MILANO – La Pirelli che non ti aspetti. Nell’anno in cui l’auto soffre il gruppo della Bicocca registra risultati record, tanto da superare le sue stesse previsioni, e alza addirittura le stime per il 2012. A dire il vero, i volumi di vendita sono andati leggermente peggio rispetto ai target annunciati a novembre, ma la qualità  dei ricavi e la redditività  del gruppo sono nettamente superiori, novità  che gli investitori hanno festeggiato facendo salire il titolo del 7,2% a 8,38 euro con volumi da record. Anche i manager festeggiano, perché l’aver centrato gli ambiziosi obiettivi triennali porterà  loro 77 milioni in bonus. 
Nel quarto trimestre del 2012 le gomme della Pirelli hanno registrato un ritorno sulle vendite (Ros) pari al 12,2%, chiudendo l’anno con Ros in aumento all’11,5% (dal 9,5% del 2010). Merito del fatto che, se il numero di gomme vendute è sceso in valore assoluto, le vendite degli pneumatici premium (ovvero quelli di fascia alta) sono cresciute del 27% a quota 1.844 milioni, un terzo del fatturato complessivo che invece è salito del 17,4% a a 5,6 miliardi.
Su queste premesse, e dopo l’avvio degli stabilimenti in Russia dove quest’anno il gruppo conta di generare 300 milioni di ricavi, Marco Tronchetti Provera ha anche alzato l’asticella per gli obiettivi di quest’anno. O meglio il presidente della Bicocca stima di generare 100 milioni di fatturato in meno (il target aggiornato è di 5,5 miliardi), ma con una marginalità  del 12% se non addirittura superiore (l’obiettivo era 11-12%), per arrivare al 14-15% a fine 2014 quando alcuni nuovi stabilimenti dedicati al segmento premium entreranno a regime. Per un gruppo industriale una simile redditività  è un unicum, e se Pirelli centrasse gli obiettivi supererebbe tutte le principali rivali negli pneumatici come, tranne la finlandese Nokian, che opera esclusivamente nel segmento premium ma fattura solo un quarto rispetto al gruppo della Bicocca.
Passando ai dati della capogruppo, i ricavi sono cresciuti del 16% a 5,65 miliardi, il risultato operativo dopo gli oneri di ristrutturazione è salito pari a 581,9 milioni (+42,7%) e l’utile è cresciuto “solo” del 37% a 312 milioni, anche per colpa della svalutazione della quota detenuta in Rcs. Il dividendo aumenta con i profitti, dato che il cda proporrà  all’assemblea una cedola di 0,27 euro (0,165 nel 2010). Grazie a una posta contabile straordinaria da 128 milioni, l’utile netto è stato di 440,7 milioni. L’aumento dei flussi di cassa operativi (215 milioni), ha alleggerito i debiti (scesi a dicembre a 737 milioni), ma quest’anno l’investimento in Russia (222 milioni) e negli altri stabilimenti porterà  le passività  a lievitare a circa un miliardo.
Per questi risultati la società  della Bicocca si appresta a pagare a 90 dirigenti un bonus da 77 milioni per i risultati raggiunti nel triennio 2009-2011. La somma, che peraltro è già  stata accantonata in bilancio, è da capogiro, ma nel periodo il risultato operativo del gruppo è quintuplicato. Per essere più precisi, circa la metà  di questi incentivi andrà  a remunerare i cinque principali manager del gruppo: Tronchetti Provera dovrebbe ricevere 14 milioni di bonus, all’ad Francesco Gori spettano invece 7 milioni e altri 8 milioni in tutto dovrebbero andare a Maurizio Sala (controllo e gestione), Francesco Tanzi (amministrazione e finanza) e Francesco Chiappetta (legale e affari istituzionali).

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