Nigeria, fallisce il blitz degli inglesi muore un italiano ostaggio di Al Qaeda
Due del pomeriggio, nella polverosa cittadina di Sokoto, nord islamico della Nigeria. Capeggiati da un commando britannico, i militari locali tentano il blitz. Entrano nello scantinato di un edificio dove – ha indicato una soffiata – da mesi sono prigionieri due ingegneri occidentali, Franco Lamolinara e Chris McManus. Ma qualcosa va storto. All’improvviso, da una finestra della casa c’è chi per primo apre il fuoco. Pochi istanti, ma è già tardi. I rapitori hanno ucciso entrambi gli ostaggi.
Il combattimento durerà ore. Verso le diciotto arriva un’ambulanza, che riparte pochi minuti dopo a sirene spiegate, probabilmente con i corpi di Franco e Chris. Mentre scriviamo un cordone di polizia ancora circonda a un chilometro di distanza l’edificio dov’erano sequestrati i due, impedendo a chiunque di avvicinarsi.
Così, con tanta barbarie, si conclude la vicenda del tecnico piemontese sequestrato il 12 maggio scorso a Birnin Kebbi, capitale dello Stato di Kebbi dove da qualche anno vige la sharia, la legge islamica e dove imperversa con attacchi sempre più sanguinosi la setta fondamentalista Boko Haram. Stretti d’assedio dalle teste di cuoio della Royal Navy, i carcerieri di Lamolinara hanno premuto il grilletto del kalashnikov. Assieme al tecnico italiano è stato trucidato l’ingegnere inglese anche lui rapito lo scorso maggio.
A rendere noto il tragico epilogo dell’operazione è stato il premier britannico, David Cameron, in una telefonata con il presidente del Consiglio, Mario Monti. Secondo Cameron la “finestra di opportunità ” per la liberazione dei due stava chiudendosi. «Avevamo ragione di credere che le vite degli ostaggi fossero in imminente pericolo», ha detto il premier britannico, giustificando così l’ordine di intervenire da lui stesso impartito a una ventina di commando dello Special boat service (Sbs), unità della Royal Navy gemella dei più famosi Special air services dell’esercito.
Dopo mesi di silenzio dei due si era tornati a parlare ad agosto, il giorno che arrivò un video alla redazione dell’agenzia di stampa France Presse di Abidjan, in cui i Lamolinara e McManus affermavano di essere nelle mani di Al Qaeda. Da allora gli inglesi hanno lavorato fianco a fianco con le autorità nigeriane per trovarli e assicurarne la liberazione. «I terroristi avevano fatto minacce chiare di volerli uccidere e avevano diffuso un video su Internet», ha detto in serata Cameron ai microfoni di Downing street. «Dopo mesi in cui non sapevamo dove fossero, abbiamo ricevuto informazioni credibili su dove si trovavano. Insieme al governo nigeriano ho autorizzato l’operazione con l’appoggio britannico».
Mario Monti riceve la telefonata da Cameron quando si trova sull’aereo che lo riporta a Roma da Belgrado. E sulla tragedia della morte dei due ostaggi nasce una polemica diplomatica tra Roma e Londra, perché, come sottolinea una nota di Palazzo Chigi, il blitz è stato autorizzato «autonomamente e personalmente» dal premier Cameron. Il governo italiano ne è stato «informato solo ad operazione avviata». Monti telefona perciò al Presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, per chiedergli di avere al più presto una ricostruzione dettagliata delle circostanze che hanno portato all’uccisione degli ostaggi.
In realtà , in questi dieci mesi il rapimento di Franco Lamolinara è stato monitorato “da vicino” anche dagli 007 italiani, i quali hanno lavorato in collaborazione con i colleghi inglesi e nigeriani. Con i quali, però, lo scambio di notizie non sempre sarebbe stato soddisfacente. Un difetto di comunicazione che ha raggiunto l’apice proprio ieri, con l’annuncio del blitz dato alle autorità italiane – e appreso dagli stessi Servizi – a cose avvenute. Una circostanza grave, su cui il Copasir, l’organismo parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, ha già fatto sapere che vuole vederci chiaro. La prassi consolidata in casi del genere prevede infatti che la pianificazione, la decisione e l’esecuzione di un eventuale operazione militare veda il concorso di tutti i Paesi interessati.
Magra consolazione, in serata il presidente Jonathan annuncia che i killer di Franco e Chris sono stati catturati e che «dovranno affrontare la collera della legge». Sono terroristi della setta Boko Haram.
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