Napoli, a fuoco campo rom

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Con le parole d’ordine “no al degrado, si alle regole”, si nascondeva infatti l’insofferenza verso gli “zingari” non tollerati da una parte dei residenti. Così mercoledì il corteo si è trasformato in una sfilata di insulti nel silenzio della baraccopoli che guardava il corteo atterrito, quasi nella consapevolezza che il tempo per restare in quelle abitazioni di fortuna fosse scaduto. A fare da mediazione il presidente della provincia Luigi Rispoli che pur nel tentativo di placare gli animi aveva chiaro che la frittata era fatta. Due feriti Sarà  un caso ma a 72 ore la baraccopoli è stata invasa dal fuoco. Le fiamme si sono sviluppate in fretta ed è presto stato chiaro alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco accorsi la gravità  della situazione. Almeno una decina di baracche sono andate in fumo e 5 persone sono state portante d’urgenza al pronto soccorso. Tra queste, due persone sono ricoverate al Caldarelli in condizioni non gravi. Il prefetto De Martino ha convocato un tavolo mercoledì prossimo per decidere cosa fare, vista anche la presenza di diversi minori. L’assessore alle politiche sociali del comune di Napoli ha diramato un comunicato. «Stiamo provvedendo a fornire tutta l’assistenza necessaria ed un alloggio, per la notte, alle persone che sono rimaste prive della loro baracca – ha fatto sapere Sergio D’Angelo – Per quanto riguarda il campo, contiamo di avviare entro 20 giorni le prime operazioni di trasferimento in strutture che sono state già  individuate ad per accogliere un consistente numero di persone». Ma la storia del parco della Marinella parte da lontano. Almeno da luglio quando un nutrito gruppo di rom, è stato costretto ad andarsene da via del Riposo, nell’area nord, perché in conflitto con napoletani che li avevano assaliti con i bastoni accusandoli di aver rubato rame e ferro nel vicinato. In questi mesi il campo è cresciuto entrando in conflitto con un gruppo di africani ghanesi e migranti dell’est Europa presenti sul territorio da tempo. Una guerra tra poveri come se ne vedono tante. In questa condizione di crisi si è inserita la fiaccolata organizzata dal Pdl, con i relativi cori che chiedevano lo sgombero dell’area. Non solo. A far capire che gli alloggi fossero indesiderati, nelle settimane precedenti erano arrivati vigili urbani e carabinieri a identificare gli accampati, sequestrando i furgoncini e le macchine che servono ai rom per le loro bancarelle e la raccolta di materiali nella spazzatura cittadina. L’Opera Nomadi ha denunciato da tempo il mix esplosivo. Ma ormai è tardi. «La disperazione degli ultimi tra gli ultimi è talmente grande – ci dice Santa Iovino una delle responsabili dell’associazione – che se non si fa qualcosa in tempi strettissimi questa gente andrà  ad ingrossare altri campi, con il risultato di far crescere sempre di più nella popolazione razzismo e odio nei confronti dei rom».


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