Mai Più un’Altra Fukushima Atomo Nemico dei Nostri Figli
Mi piacerebbe esprimere la mia opinione sulle centrali nucleari, ricordando allo stesso tempo le vittime dello tsunami. Perché le due cose si intrecciano. Durante l’anno passato, infatti, ho letto con attenzione analisi e dossier redatti da studiosi di cui mi fido. Ebbene, l’energia nucleare è un prodotto dell’uomo, e per quanto gli aspetti teorici siano chiari, abbiamo scoperto che non è tecnicamente del tutto controllabile. Ho appreso che in questo Paese, così esposto ai terremoti, i suggerimenti degli studiosi non sono stati seguiti. E ancora una volta ho saputo riconoscere l’orrore dell’energia atomica.
Anche dopo l’11 marzo 2011 c’è chi pensa di riavviare gli impianti. Anzi, sta per farlo. Diversi studiosi hanno fornito le informazioni necessarie per consentire che certe centrali ripartano, ma altri specialisti hanno avvertito che si tratta di impianti costruiti su aree non sicure. Un altro accademico ha ammesso di aver fornito informazioni inesatte. E allora: se si verifica un altro incidente nucleare, non toccherà solo a noi soffrire, ma patirà anche chi verrà dopo. Intendo soprattutto i bambini.
Il mio stato d’animo è di impotenza e tristezza. La Germania ha deciso di rinunciare al nucleare, e questo è stato possibile perché i tedeschi hanno posto l’etica prima delle ragioni e dei benefici politici ed economici. Anche noi giapponesi abbiamo un’etica, ma per qualche motivo la parola etica non viene più molto impiegata dalla bolla speculativa (degli anni Ottanta, ndr). Invece io credo che alla base dell’essere umano sia la capacità di assumersi le proprie responsabilità , e perciò non bisognerebbe intraprendere alcuna attività che ci impedisca di vivere da esseri umani dotati di senso morale.
Gli esseri umani compiono errori: è normale. Però vivere con senso morale significa assumersi le proprie responsabilità . Se dovesse verificarsi un altro incidente nucleare, faremmo sparire un mondo nel quale le persone future possano vivere come esseri umani degni: ecco che cosa significa non assumersi le proprie responsabilità . Che fare, allora? Non consentire mai più che accada un altro incidente nucleare. Potreste chiedermi come sia possibile. Io vi rispondo: sì, è possibile. È possibile che mettiamo fine all’attività di tutte le centrali di questo Paese. Se lo facciamo, i nostri figli e i figli dei nostri figli non rischieranno d’essere contaminati dalle radiazioni. Lo hanno fatto la Germania e l’Italia. Dobbiamo seguire le loro orme. Il governo, le aziende e i media a quel punto vi chiederanno da dove potremo attingere l’energia. Ma non bisogna pensare all’economia, alla politica, alla difesa, ma a come possiamo vivere degnamente da esseri umani. Ovvero dare importanza alla responsabilità morale.
Il peso delle nostre esistenze dev’essere sostenuto da ciascuno sulla base di principi democratici. Come trovare un’altra via all’energia elettrica, poi, dipende dai cittadini. Possiamo andare avanti per anni facendo come l’estate scorsa, quando abbiamo superato la crisi energetica risparmiando elettricità . Quando abbiamo tenuto una grande manifestazione a Tokyo (19 settembre 2011, ndr) eravamo decine e decine di migliaia. Una persona citò la canzoneImagine di John Lennon. Io sono un romanziere e conosco bene l’importanza dell’immaginazione. E io immagino questo: che in un futuro prossimo tutti gli studenti delle elementari, medie e superiori si ritrovino insieme come abbiamo fatto noi, e che un insegnante o un ragazzo dica che questo Paese ha rinunciato all’energia atomica.
Questo è il futuro del nostro Paese. E in questo futuro non ci sarà posto per le paure di altri incidenti nucleari. I bambini esulteranno tutti contenti. Ecco quello che io immagino. Facciamolo diventare realtà .
*Premio Nobel
per la Letteratura 1994
(Testo raccolto da Rika Wani,
a cura di Marco Del Corona)
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