Magneti Marelli, espulsa la Fiom e i giornali di sinistra

by Editore | 6 Marzo 2012 10:23

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È necessario reagire. Dal 1° di gennaio la Fiat non riconosce alla Fiom-Cgil il diritto a esercitare l’attività  sindacale all’interno della fabbrica. I delegati Fiom-Cgil, eletti dai lavoratori, non dispongono più di permessi sindacali, di sedi e delle agibilità  necessarie a svolgere il compito di tutela e di rappresentanza dei lavoratori. La Fiat, in questo modo, impedisce al sindacato più rappresentativo, perché ha più iscritti e perché le sue liste sono le più votate dai lavoratori, di esistere all’interno dell’azienda. Senza rappresentanza sindacale, i lavoratori sono esposti all’arbitrio e alle decisioni unilaterali dell’azienda. In questo modo la Fiat può imporre accordi che peggiorano concretamente le condizioni di vita e di lavoro nell’azienda. Senza rappresentanza, non c’è democrazia. La stessa libertà  di espressione è minacciata fino ad essere estromessa dai luoghi di lavoro». La denuncia viene dalla Cgil Emilia e Romagna che per oggi ha organizzato un’assemblea-presidio davanti alla Magneti Marelli di Bologna in via Timavo, con la parola d’ordine «Riportiamo la Costituzione in fabbrica». Sono previsti interventi di dirigenti nazionali e regionali della Fiom e della Cgil. Proseguono intanto i ricorsi alla magistratura della Fiom per il mancato riconoscimento dei delegati (Rsu) da parte della Fiat di Marchionne. Ieri il ricorso è stato presentato al tribunale di Lanciano per la violazione dei diritti sindacali alla Sevel di Atessa.

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