«Ok la fine dell’ateismo, ora finisca il blocco Usa»
Una fede profonda anche dopo gli anni dell’ateismo ufficiale di stato?
L’epoca dell’ateismo furioso è finita. Meglio così perché anche quello è una forma di religiosità fanatica. Nel Partito comunista i credenti sono molti, non solo i cattolici ma i protestanti e i fedeli della santeria afro-cubana.
Le parole del papa sulla libertà , molto enfatizzate dai media internazionali?
Ha ripreso quelle famose di Wojtyla: «Che Cuba si apra al mondo, che il mondo si apra a Cuba». Sono state parole nobili. Ma la sostanza è che bisogna che finisca il blocco Usa. Noi non abbiamo media che ci siano favorevoli e in genere diffondono molte menzogne che, peggio ancora, la gente si beve.
Gli accenni del papa ai dissidenti?
Quali? Il papa, finora, non ha parlato di dissidenti. È stato molto rispettoso.
Ieri c’è stato l’atteso incontro fra papa Ratzinger e il lider maximo Fidel Castro. I media sembrano interessati soprattutto ai rumors sulla possibile “conversione” di Fidel. È plausibile?
Fidel è un martiano-marxista, lui crede in José Martà e Carlo Marx. Non penso che si convertirà . Non è necessario. Se cattolico significa universale, Fidel è già cattolico.
Come stanno andando le riforme promosse dal presidente Raàºl Castro?
Gli effetti sono molto evidenti, specialmente nelle attività economiche “por cuenta propria”, nei servizi…
Ma fra “gli effetti” ce ne sono alcuni di assai pesanti, come le tasse, a cui i cubani non sono abituati, o la possibilità , del tutto nuova e problematica, di contrattare mano d’opera salariata…
Certo nelle riforme ci sono dei rischi, ma anche quando aprimmo al turismo ce n’erano, eppure oggi arrivano a Cuba quasi tre milioni di turisti l’anno. Sono rischi che dobbiamo assumerci. È necessario un cambio di mentalità .
Che si sa di riforme molto attese dalla popolazione cubana, come l’accesso a Internet grazie al famoso cavo sottomarino donato e portato dal Venezuela o la possibilità di viaggiare all’estero senza troppi ostacoli burocratici?
…che vanno troppo lente.
Ma dov’è finito quel cavo, si è parso in fondo al mare?
Non so.
La lotta contro la corruzione?
Molto bene, molto ferma.
Anche fra i militari, che sono quelli con in mano le chiavi dell’economia cubana?
Anche fra i militari. Su questo punto Raàºl è inflessibile. Come diciamo noi, bisognava dare una bella scossa all’albero…
Fra gli effetti delle riforme non c’è anche la fine dell’egualitarismo che era stato una delle peculiarità della rivoluzione cubana?
L’egualitarismo a oltranza non ha dato risultati. Le differenze sono inevitabili. L’egualitarismo a oltranza non è neanche marxista…
Ma la fine dell’egualitarismo non va anche contro la linea maestra che fu di Fidel?
Fidel non è mai stato per l’egualitarismo assoluto. Sapeva bene che quelli che non lavorano non possono accampare pretese. Per i parassiti non c’è spazio nel socialismo.
Obama sembra avere buone probabilità di essere rieletto, è ancora legittima qualche speranza che possa cambiare l’atteggiamento verso Cuba?
Sono scettico ma non pessimista. Gli Usa sono abituati a trattare con degli schiavi o dei perdenti. Però il popolo cubano non è fatto di schiavi e nessun altro come Fidel per più di mezzo secolo ha saputo affrontare il Golia nord-americano. Nel caso vinca un nuovo mandato, Obama avrà una seconda opportunità rispetto ai rapporti con Cuba. Non è tonto e, non dovendo più preoccuparsi di una terza rielezione, potrebbe piacergli l’idea di passare alla storia come il presidente nero che ha decretato la fine del blocco. Questa possibilità sarà nelle sue mani. Se no passerà alla storia come una marionetta.
Che dice sul dissenso e sui dissidenti interni?
Che i loro diritti ce li hanno, che possono parlare con la stampa straniera, che le “Damas de blanco” possono fare le loro marce settimanali… In realtà sono convinto che i loro propositi siano altri, in piena concordanza con la Sezione di interessi Usa, il cui unico compito è quello di stimolare la sovversione interna.
I rapporti fra lo stato e il governo cubani con la chiesa cattolica sono eccellenti, come si è avuto modo di vedere anche nel viaggio di papa Ratzinger. Non teme che prima o poi la chiesa cattolica presenti il conto al governo socialista?
No, il cardinale Jaime Ortega è molto cubano. E i rapporti fra il governo e la chiesa cattolica è organico, rispettoso, necessario.
Fidel si è ritirato, Raàºl ha 80 anni, che accadrà dopo la fine dell’era Castro?
Sai qual è l’età media dei segretari del partito nelle 15 province cubane? 44 anni e la loro qualità eccellente.
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