by Editore | 10 Marzo 2012 16:48
Un po’ di giallo, un po’ di irritazione (e frustrazione), un po’ di voce, un po’ di fumo, un (bel) po’ di teatrino della politica tipicamente italiano. E poi? E poi, probabilmente, niente (a meno di sorprese) e amici come prima. Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto. A dare, questa volta sono stati i due ostaggi, l’italiano Franco Lamolinara e l’inglese Chris McManus, uccisi giovedì nel corso di un fallito blitz, a Sokoto, nord della Nigeria, delle forze di sicurezza nigeriane e (soprattutto) delle teste di cuoio inglesi (una quarantina, altro che semplice «appoggio», di uomini dell’Sbs, lo Special Boat Service dei Royal Marines). Blitz clamorosamente fallito, a cui il premier britannico David Cameron aveva dato luce verde alle 8 di giovedì mattina. I due ostaggi uccisi, dai sequestratori (almeno 8 dei quali abbattuti) con «colpi sparati a bruciapelo alla testa», secondo le ricostruzioni inglesi, ma stando ad «anonimi funzionari dei servizi nigeriani» citati dalla Bbc (e più probabilmente) abbattuti nel fuoco incrociato di una battaglia, che sempre secondo i britannici, è durata due ore ma che stando ad altre fonti sarebbe durata dalle 8 di mattina alle 19.
Non c’era tempo di avvisare gli italiani, si sono giustificati con la solita arroganza gli inglesi. Per cui sono stati avvisati quando il blitz era già in corso e poi, a cose fatte e a ostaggi uccisi, Cameron ha dato la notizia, e le relative condoglianze, con una telefonata al premier Monti. Secondo Cameron e il ministro della difesa Philip Hammond, c’era il rischio che i sequestratori (la setta islamica radicale Boko Haram, che pero ieri ha smentito il coinvolgimento, o una sua frazione più legata a al Qaeda) stessero per essere «venduti» a qualche altro gruppo e potessero essere uccisi. Hammond ha anche detto, seminando un altro po’ di zizzania, che gli italiani (i servizi? il presidente del Copasir, Massimo D’Alema li ha convocati per lunedì) «erano stati informati anche se non avevano specificamente autorizzato il blitz». Altre fonti londinese, raccolte dal Daily Telegraph invece malignamente che agli italiani non era stato detto niente perché il loro approccio in questi casi è troppo morbido o «pragmatico» (ossia tendono a pagare i riscatti).
Ieri mattina è stato il presidente Napolitano a muovere le acque definendo «inspiegabile» il comportamento inglese per non averci informato prima e affermando che «è necessario un chiarimento sul piano politico-diplomatico». Parole dure. Ma rispedite al mittente da Londra: «Inspiegabile?, Spiegabilissimo» per via delle circostanze, ha ribattuto il ministro Hammond. Sotto accusa Monti e il ministro degli esteri Giulio Terzi (che dovrà riferire in parlamento), già nel mirino per la sua «debolezza» con il governo indiano nel caso dei due marò arrestati nel Kerala. Le «fonti» di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che useranno «fermezza» nel chiedere chiarimenti ma senza alcuna intenzione di avviare «una escalation diplomatica o di determinare strappi» con Londra. L’ambasciatore inglese a Roma è stato convocato alla Farnesina.
Intanto si è scatenato il teatrino della politica. Il più agitato il Pdl all’insegna del «con Berlusconi questo non sarebbe successo». In serata è arrivata una dichiarazione congiunta di Terzi e del suo omologo britannico William Hague («Italia e Gran Bretagna continueranno a lavorare insieme da vicino» nella lotta al terrorismo). Parole interpretate come una ricomposizione fra Roma e Londra. Più facile chiedere conto ai nigeriani: è dalla Nigeria che Monti si aspetta spiegazioni. Gioco più facile con Abuja che con Londra.
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