LIQUIDITA’ ALLE BANCHE L’EUROPA IGNORI LA FED
Sinn sostiene che la Federal Reserve Usa ha un sistema per i regolamenti – Interdistrict Settlement Accounts (Isa) – presumibilmente migliore e più stabile di quello europeo.
Da quando la Fed ha avviato le operazioni per rifornire di liquidità il sistema (settembre 2008), la Fed di New York vanta un conto Isa positivo, mentre la Fed di Richmond e quella di San Francisco sono in rosso. Com’è possibile?
Il manuale della Fed federale prevede che i saldi Isa siano regolati ogni anno ad aprile calcolando il saldo medio degli ultimi 12 mesi precedenti. Su questa base, le Fed pareggiano gli squilibri trasferendo certificati. I saldi Isa non sono stati regolati nel 2009, 2010 e 2011.
Perché? Il Comitato della Fed è tenuto per legge a mantenere invariato l’ammontare totale di dollari a livello federale, ma non a pareggiare annualmente i saldi Isa. La Fed di un distretto che esaurisse le garanzie da offrire, non sarebbe in grado di pareggiare i saldi con le altre banche del distretto, che a loro volta non potrebbero pareggiarli con quelle di altri distretti, interrompendo così il processo che mantiene invariato l’ammontare totale di dollari.
Il Comitato della Fed potrebbe aver deciso tuttavia di non ottemperare alle richieste di pareggio inter-distretto per non causare problemi alla Fed di Richmond e a quella di San Francisco. Il patrimonio totale della Fed di Richmond assomma a 210 miliardi di dollari, con passività per 134 miliardi di dollari, ovvero, un ammontare analogo alle passività dell’Obiettivo 2 di alcuni membri dell’area euro. Vale la pena ricordare che negli account Isa delle Fed di Richmond e San Francisco hanno un peso prevalente Bank of America e Wells Fargo, rispettivamente la prima e la quarta banca più grandi degli Usa. Si noti che Bank of America ha un patrimonio di 2.200 miliardi di dollari, grosso modo il totale delle attività di tutte le banche registrate presso la Fed di Richmond, e Wells Fargo di 1.258 miliardi di dollari. Il totale degli asset delle banche registrate presso la Fed di San Francisco non supera i 2.000 miliardi i dollari Usa.
Il Comitato della Fed ha però l’autorità di definire le norme per i regolamenti, e quindi di salvaguardare l’integrità del sistema. Così, una perdita a Richmond è irrilevante se a New York si registra un guadagno equivalente. La differenza principale tra l’Obiettivo 2 e l’Isa è che la Bce è detenuta dai governi nazionali tramite le Banche centrali, e non dalla Ue in quanto entità a se stante. Ne consegue che le perdite e i guadagni nell’eurosistema si spalmano tra gli Stati membri secondo la loro quota capitale nella Bce. Cambiando in questo caso i regolamenti, si modificherebbero le allocazioni implicando la necessità di trasferimenti inter-paese politicamente non fattibili, così come la richiesta di garanzie minerebbe l’euro nella sua qualità di strumento di pagamento universale in tutti gli Stati membri.
Le soluzioni non dovrebbero concentrarsi dunque sui sintomi, ma sul problema alla base, ossia, lo stato critico del sistema bancario europeo e la continua minaccia di una crisi del debito. Una volta risolto il problema sottostante, spariranno anche i sintomi.
Traduzione di Guiomar Parada
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