L’insicurezza economica colpisce sette italiani su dieci

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ROMA – Gli italiani si scoprono più insicuri, scossi dalla crisi economica che mina le loro certezze e il loro futuro. È la fotografia di un’Italia in difficoltà  quella scattata dal quinto “Rapporto annuale dell’Osservatorio Europeo sulla sicurezza” realizzato da Demos, Osservatorio di Pavia e Fondazione Unipolis, presentato oggi a Roma. Un’Italia in cui il termine “insicurezza” fa rima con “economia”. Sono i soldi e il lavoro a spaventare di più la popolazione: il 68% degli italiani considera questi aspetti come “emergenze critiche”. Un livello superato soltanto dalla Spagna, tra i paesi coinvolti dal sondaggio. La disoccupazione è considerata “la problematica più importante da affrontare in questo momento” (36%), seguita dalla salute (19%, in rialzo rispetto all’11% del 2010) e dal costo della vita (8%). Sono questi, non a caso, i temi più ricorrenti tra le ansie degli italiani, che nel 73% dei casi si dicono preoccupati da ragioni economiche: la disoccupazione, appunto, ma anche la pensione, l’erosione dei risparmi. Nel 2010 la percentuale di italiani colpiti da “insicurezza economica” era inferiore di 10 punti. Fa più paura dell’economia solo “l’insicurezza globale”, che colpisce il 76% della popolazione: ambiente a rischio, globalizzazione, sicurezza alimentare sono in cima alla lista delle paure.

Dati, questi, che non stupiscono, visto che il 46% degli intervistati si dice direttamente colpito dalla crisi: nel 19% dei casi nella propria famiglia è presente almeno una persona che ha perso il lavoro nell’ultimo anno, nel 22% dei casi è finito in cassa integrazione, in mobilità  o ha ridotto l’orario di lavoro e in più di un caso su tre ha cercato un impiego senza trovarlo. Solo il 14% degli intervistati è riuscito a mettere da parte dei soldi, mentre il 56% ha “tirato avanti”. Il 29% ha dovuto spendere i propri risparmi o fare riscorso a prestiti. Il 39% ha ridotto i consumi negli ultimi 10 mesi, dato che sale al 43% tra le famiglie in cui un componente ha perso o ridotto il lavoro.
Se questo è il presente, il futuro non lascia molte speranze: il 38% degli intervistate prevede un peggioramento del quadro economico nazionale, il 25% si aspetta un peggioramento delle finanze familiari e un 27% un’erosione delle risorse personali. Solo il 18% pensa che il peggio sarà  passato entro i prossimi 12 mesi e il 19% che l’Italia ne sarà  fuori in 2 anni. Oltre la metà  degli italiani teme il rischio di finire come in Grecia.

L’orizzonte è particolarmente incerto per i giovani: secondo l’Osservatorio sulla sicurezza l’85% del campione prevede una situazione socioeconomica peggiore rispetto alle generazioni precedenti. In particolare è il capitolo “pensioni” a fare paura: secondo l’11% chi inizia oggi a lavorare difficilmente potrà  godere di una pensione adeguata, mentre secondo il 10% la pensione resterà  solo un miraggio. Infine, dal Rapporto emerge un’Italia spaccata in due: il 77% degli italiani pensa che negli ultimi dieci anni le differenze tra “chi ha poco” e “chi ha molto” siano aumentate. e il 71% italiani si colloca tra “chi ha poco”. (gig) 

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Produzione in aumento, cala la disoccupazione

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ROMA – Sale la produzione industriale e cresce l’occupazione. Il segnale positivo viene praticamente da tutta Europa anche se con sensibili differenze. Eurostat segnale che la produzione nei 17 paesi che utilizzano l’euro è salita dello 0,2% nel mese di aprile da marzo ed è in crescita del 5,2% su base annua. Per quanto riguarda l’Italia, secondo l’ufficio statistico dell’Ue, ad aprile la produzione industriale è aumentata dell’1% (a marzo l’aumento era stato dello 0,7%), mentre su base annua del 3,7%.

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